giovedì 3 febbraio 2022

Quando l'occhio diventa "secco"

di Davia Ciacci e Francesca Jonnson*
È noto a tutti che l’utilizzo degli occhi e dell’apparato visivo assumono un ruolo fondamentale nello svolgimento delle nostre attività quotidiane: leggiamo, guidiamo, usiamo il computer tante ore, utilizziamo gli smartphone con cui comunichiamo costantemente, studiamo, guardiamo la televisione, pratichiamo attività sportive. Pertanto è indispensabile avere tale apparato perfettamente funzionante, efficiente e, in caso di patologie, in equilibrio costante. Utilizzare in qualità massimale la vista, significa non stancarsi, non stressarsi, non avere i sintomi da affaticamento che generalmente viene riscontrato in numerosi pazienti. Un buon film lacrimale e una superficie oculare sana sono condizioni essenziali per avere una perfetta qualità della visione. Le lacrime costituiscono una importante struttura sulla superficie dell’occhio e un loro difetto qualitativo o quantitativo può avere un impatto diretto sull’intera superficie oculare. Uno dei principali problemi del discomfort visivo è quindi attribuibile alle patologie del film lacrimale: l’occhio secco, le cheratopatie, l’alterazione della densità lacrimale, il mancato uso o non corretto utilizzo degli occhiali e delle Lac (lenti a contatto), gli esiti di precedenti interventi agli occhi, l’assunzione di farmaci o patologie che possono interferire con l’apparato lacrimale, generano una serie di disturbi corneali e della visione. L’occhio secco, condizione sempre più frequente oggi, si determina quando le lacrime vengono prodotte in modo insufficiente e quando il film lacrimale è di alterata qualità. È, infatti, importante capire la composizione del proprio film lacrimale per poter meglio comprendere la salute della propria superficie oculare e quindi del nostro occhio. La valutazione dell’iperosmolarità, la salinità delle lacrime, spiega in molti casi l’alterazione della superficie oculare. L’eccessiva concentrazione dei sali nelle lacrime, contribuiscono all’alterazione delle cellule della superficie oculare, producono un discomfort visivo e fluttuazioni della visione con astenopia. Un buon film lacrimale, al contrario, rende la visione più stabile e di buona qualità. L’occhio secco ha un’origine multifattoriale ed è causa primaria di discomfort visivo e difficoltà di messa a fuoco, soprattutto nei pazienti che utilizzano il videoterminale tutto il giorno, nei portatori di lenti a contatto, in coloro che sono stati operati agli occhi, o in soggetti affetti da patologie sistemiche (reumatiche, connettiviti, distiroidismi, disturbi immunitari) o in patologie distrofiche della cornea o in soggetti che assumono particolari medicinali. La somministrazione random di sostituti lacrimali non risolvono i problemi del paziente, perché è necessario effettuare una terapia individuale, che si può stabilire solo dopo aver effettuato determinati esami diagnostici: a) la meibografia, che consente lo studio delle ghiandole di Meibomio, a livello delle palpebre, responsabili della componente lipidica delle lacrime. L’alterazione di queste ghiandole riduce la produzione di lipidi con conseguente evaporazione del film lacrimale e manifestazione di secchezza oculare precoce. b) Il but-test, studio della rottura del film lacrimale sulla cornea, che dà un’indicazione circa la qualità del film lacrimale del paziente, c) test di Schirmer, che valuta la quantità delle lacrime prodotte in cinque minuti (può variare da occhio a occhio) e che si rilevano con uno speciale stick di carta millimetrata. d) valutazione della salinità delle lacrime, indice di iperosmolarità, misurata con uno strumento elettronico. * Medici del Centro oclustico Chiros (Torino)

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