mercoledì 18 maggio 2022

Piemontesi in sovrappeso, gran fumatori e sedentari

Pubblichiamo uno stralcio dello studio di Mauro Zangola, economista ed editorialista, sul “Benessere equo e sostenibile dei cittadini piemontesi”.
di Mauro Zangola* Gli indicatori esaminati mostrano chiaramente come i cambiamenti nel profilo del benessere in Piemonte, come nel resto del Paese, siano stati molti nella direzione del progresso quanto nella persistenza di aree di criticità anche profonde Fra i fattori che abbiamo esaminato quelli che hanno influito positivamente sul benessere dei piemontesi soprattutto dopo il forte impatto negativo dovuto alla pandemia sono: 1. la ripresa della speranza di vita dopo il tonfo del 2020 dovuto all’eccesso di mortalità; 2. il miglioramento della salute come testimoniano la  riduzione degli eccessi di peso, di alcol e della sedentarietà e la sostanziale stazionarietà degli eccessi di fumo; 3. la ripresa dell’occupazione, anche se c’è ancora molto da fare per recuperare i livelli del 2019; 4. il miglioramento della digitalizzazione. Fra i fattori che al contrario hanno inciso negativamente sul benessere dei piemontesi segnaliamo: 1. la leggera contrazione del reddito disponibile e l’aumento delle persone a rischio povertà e in situazioni di grave deprivazione materiale e abitativa; 2. la difficoltà di conciliare il lavoro con la cura dei figli; 3. l’inquinamento dell’aria e le preoccupazioni per i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità; 4. la persistente insoddisfazione per la qualità di tutti i servizi di mobilità; 5. la ripresa dei furti predatori (furti in abitazione, borseggi e rapine) che rimangono comunque al di sotto dei livelli registrati prima dell’inizio della pandemia. Fra i fattori che continuano a segnalare aree di criticità assume un rilievo crescente la scarsa fiducia dei piemontesi nella politica e nelle istituzioni democratiche dalla quale si salvano solo le Forze dell’Ordine e la Croce Rossa. Dall’analisi condotta emergono elementi di preoccupazione, problemi vecchi e nuovi ma anche la volontà e la capacità dei piemontesi di reagire in un contesto economico e sociale tutt’altro che facile e fattibile di deterioramento. L’analisi condotta in questo studio ci ha posti di fronte anche a una dura realtà: i cittadini lombardi , veneti ed emiliano-romagnoli stanno meglio dei piemontesi. Il confronto fra i livelli degli indicatori nelle quattro regioni non lascia dubbi sul fatto che il Piemonte deve fare molto di più se vuole raggiungere un livello di benessere paragonabile a quello delle altre regioni messe a confronto. Gli elementi sui quali lavorare ci sono tutti; serve una presa d’atto oggettiva e la determinazione necessaria per eliminare o ridurre le distanze. Riportiamo qui di seguito il commento degli indicatori scelti all’interno dei domini utilizzati dall’Istat per misurare il benessere equo e sostenibile dei piemontesi, in particolare per quanto riguarda la salute. Speranza di vita. L’eccesso di mortalità ha comportato nel 2020 una riduzione della speranza di vita dalla nascita di oltre un punto (da 82,9 del 2019 a 81,4 nel 2020). Il dato del 2021 fa registrare tuttavia una ripresa con un valore pari a 82,4 in linea con la media nazionale e leggermente inferiore ai valori di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Rispetto al 2005 la speranza di vita dei piemontesi è aumentata di circa due anni (da 80,6 a 82,4). Eccesso di peso. Nel 2021, il 39,3% della popolazione piemontese di 18 e più anni è in sovrappeso. Rispetto al 2020, la quota dei piemontesi in eccesso di peso si riduce di 3 punti percentuali e si attesta anche al di sotto del valore del 2019 (41,2%) e appena sopra il valore più basso registrato nel 2005 (38,7%). La quota delle persone in sovrappeso registrata in Piemonte nel 2021 è al di sotto dei valori registrati nelle regioni prese a riferimento. Eccesso di fumo. Cresce anche se di poco la quota di fumatori di 14 anni e più, passando dal 20,1% del 2020 al 21,3%: un valore in linea con quelle degli ultimi 15 anni ma decisamente più alto di quelli registrati in Lombardia (18,8%), Emilia-Romagna (18,5%) e soprattutto in Veneto dove la percentuale dei fumatori scende al 15,8%. Eccesso di alcool. L’abitudine al consumo a rischio di bevande alcoliche ha riguardato nel 2021 il 17,8% dei piemontesi con più di 14 anni: un valore in linea con quello del 2020 (17,6%), con i valori registrati negli ultimi 10 anni, ma decisamente più basso di quello del 2005, anno in cui il 26,2% dei piemontesi era un abituale consumatore di prodotti alcolici. Sedentarietà. Il 29% dei piemontesi con più di 14 anni è sedentario, non pratica cioè sport né continuamente né saltuariamente nel tempo libero. Dopo l’aumento dei sedentari registrato fra il 2019 e il 2020, il 2021 fa registrare una riduzione. I piemontesi, soprattutto i più giovani (tra i 14 e i 19 anni) sono comunque molto più sedentari dei lombardi e dei veneti. In queste regioni infatti la quota dei sedentari scende al 22%.

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