lunedì 7 marzo 2022

Quasi 4,5 milioni con malattia renale cronica

La malattia renale cronica colpisce circa il 10% della popolazione adulta nel mondo e in Italia i pazienti che ne soffrono in forma media o grave sono quasi 4,5 milioni. Numeri in costante aumento a causa dell'invecchiamento della popolazione e che potrebbero crescere nei prossimi mesi come effetto 'rimbalzo' dopo lo stop subito dalle visite specialistiche durante la pandemia. Eppure, un italiano su due ammette di non sapere chi sia lo specialista dei reni (46%). A mettere in luce il gap conoscitivo su questa condizione sono i risultati della survey Bridge the knowledge gap, promossa dalla Società Italiana di Nefrologia (Sin) presentati in una conferenza stampa in vista della giornata mondiale del Rene che si celebra il 10 marzo. Dalla ricerca su un campione di oltre 1.000 italiani tra 18 e 70 anni emerge che solo il 13,4% pensa di sapere cos'è la malattia renale cronica, mentre poco meno della metà della popolazione (48.8%) ammette di averla solo sentita nominare. Ben 7 su 10 non hanno mai fatto visite specialistiche per il controllo dei reni. Pochissimi sanno che questi organi controllano ormoni specifici e che influenzano anche la pressione, così come il fatto che il loro funzionamento può risentire dell'utilizzo di alcuni farmaci. Solo il 38% sa che a curarli è il nefrologo, mentre moltissimi confondono questa figura con l'urologo. Veri e propri vuoti di conoscenze riguardano i giovani mentre non ci sono diversità tra regioni del nord e del sud. Questi dati, spiega Piergiorgio Messa, presidente Sin e professore ordinario di Nefrologia all'Università degli Studi di Milano, sono “in linea con quello del ritardo diagnostico che si registra per la malattia renale cronica, per cui è evidente che ci si preoccupa della salute dei reni non in un'ottica di prevenzione o di intervento precoce, ma quando ormai la malattia è in uno stadio avanzato tale da richiedere la dialisi o il trapianto. Le malattie renali danno raramente segnali riconoscibili e per questo vengono spesso scoperte per caso, in fase ormai avanzata, in occasione di esami svolti per altri motivi”.

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