giovedì 3 febbraio 2022

La pandemia ha raddoppiato i giovani in depressione

Un'analisi pubblicata su Jama Pediatrics evidenzia la crisi mondiale della salute mentale, soprattutto fra giovanissimi: “l'incidenza di depressione e ansia fra adolescenti è raddoppiata rispetto a prima della pandemia e oggi – riporta l'Ansa - secondo il report che ha incluso 29 studi condotti su oltre 80.000 giovani, un adolescente su quattro, in Italia e nel mondo, ha i sintomi clinici di depressione e uno su cinque segni di un disturbo d'ansia”. Non solo: la nuova normalità portata dalla pandemia e la didattica a distanza hanno acuito il senso di isolamento dei ragazzi, sempre più presenti on-line, eppure ancora più soli ed esposti agli attacchi della Rete, pericolosa cassa di risonanza per bullismo e cyber bullismo, due facce della stessa medaglia in preoccupante ascesa. Nel 2021, complice il raddoppio del tempo trascorso “connessi”, il numero di casi di vessazioni online fra ragazzi è cresciuto del 59%: in Italia ne è vittima il 37% degli studenti fra i 13 e i 15 anni, mentre un ampio 31% ha subito violenza fisica. La pandemia degli ultimi due anni ha accelerato ed esasperato gli atti di cyber bullismo e creato le cosiddette ‘classi connesse’. Questo significa che la scuola non finisce più quando suona la campanella e gli studenti vanno a casa; così, anche gli atti di bullismo che un tempo rimanevano confinati all’interno dell’istituto, proseguono spesso in rete. Chi subisce atti di cyber bullismo si sente assediato, inseguito anche dentro casa propria, senza possibilità di rifugio o via di fuga. Il bullismo è una forma di comportamento aggressivo e intenzionale, di natura sia fisica che psicologica, oppressivo e vessatorio, ripetuto nel corso del tempo e attuato nei confronti di persone considerate come bersagli facili o incapaci di difendersi, che tendono a subirlo con rassegnazione e mancanza di autostima. Un fenomeno che trova sul web un naturale palcoscenico, dando vita alla sua declinazione “cyber”. Come ricorda l'Ansa, l’Italia è stato il primo paese europeo a introdurre la parola cyber bullismo all’interno del proprio ordinamento grazie alla Legge N. 71 del 2017 che all’articolo 2 lo definisce come “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d'identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonchè la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”. I dispositivi digitali come cellulari, computer, e tablet si trasformano, quindi, in pericolosi veicoli per la condivisione di informazioni negative, oscene o false, come immagini, testi o video che possono compromettere le informazioni personali della persona vittima dell’attacco e danneggiare la sua reputazione e autostima.

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