giovedì 3 febbraio 2022

L'importanza di un buon sonno notturno

di Piergiorgio Strata*
L’attuale pandemia dimostra che i virus continuano a diffondersi, mutano e si adattano facilmente ai nuovi ambienti mentre le nostre armi di difesa sono deboli.  Il nostro attuale nemico si chiama Covid-19. Qui vorrei descrivere alcuni dati che dimostrano come un buon sonno possa fornire un contributo a mantenere efficienti le nostre difese immunitarie. Già nel 1983, un gruppo di ricercatori guidati dall’americano Allan Retschaffen, si chiese se la morte che segue una totale mancanza di sonno fosse dovuta allo stato di disagio e di stress oppure al venir meno del sonno. Con un ingegnoso esperimento sottopose due gruppi di ratti in condizioni di ricevere lo stesso carico di disagio, ma con la possibilità di dormire a un solo gruppo. Gli esperimenti dimostrarono che nei ratti in cui mancava il sonno mangiavano molto di più, ma perdevano peso e vi era un aumento della temperatura corporea. L’aspetto più significativo associato alla perdita di sonno era l’instaurarsi di ferite infette che si manifestano nella regione più profonda della pelle degli animali. Quindi, assieme al rallentamento dei processi metabolici anche il sistema immunitario manifesta evidenti segni di indebolimento. In conclusione possiamo dire che la morte per deprivazione di sonno ha come causa principale il crollo del sistema che difende l’organismo dall’invasione di estranei: i nemici che ci annientano. A sostegno del concetto che la diminuzione delle ore di sonno aumenta la suscettibilità di subire malattie infettive ha trovato la conferma da un altro dato significativo. A un gruppo di volontari di ambo i sessi è stato somministrato, per via nasale, un tipo di rinovirus che causa un raffreddore molto blando. Nella settimana precedente negli stessi individui, tramite un particolare braccialetto, è stata valutata la durata del loro sonno. Ne è venuto fuori che coloro che nella settimana precedente avevano dormito meno, l’incidenza del raffreddore è stata più alta, confermando così che con la diminuzione del sonno aumentano i fattori infiammatori. Interessante quanto riporta Anthony Beevor nel suo libro dal titolo ‘Stalingrado’. Durante la seconda guerra mondiale, tra l’estate del 1942 e il 2 febbraio 1943, le truppe tedesche assediavano la città di Stalingrado. I russi sferravano attacchi di notte rendendo impossibile il sonno dei soldati tedeschi, i quali dovendo rimanere in allerta anche di giorno vivevano in uno stato continuo di carenza di sonno. Hitler inviò Dieter Girgensohn, patologo della sesta armata per svolgere indagini sul fenomeno. Egli notò che l’aumento del numero dei morti non era dovuto ai combattimenti, ma soprattutto per il sopraggiungere di malattie infettive con un tasso di cinque volte superiore al periodo precedente. Abbiamo trascorso un lungo periodo di guerra con un Coronavirus che ha sovvertito il nostro mondo sociale ed economico in tutto il mondo. La guerra ha visto il virus attaccare soprattutto le persone più avanti con l’età, nelle quali notoriamente il sistema immunitario è più debole, ma non abbiamo mai raccomandato di tenere in considerazione l’importanza di riposare bene la notte, che può essere una delle cose migliori per mantenere in perfetta forma il nostro sistema immunitario, così come la nostra salute mentale e il nostro benessere. * Professore emerito, Dipartimento Neuroscienze - Università di Torino

Nessun commento:

Posta un commento