domenica 20 febbraio 2022

Il "nemico" Glaucoma, grande rischio per i parenti

di David Ciacci e Francesca Jonsson*
Il glaucoma e l’ipertensione endoculare non ben trattata rappresentano la seconda causa di cecità al mondo dopo la cataratta ma, a differenza di quest’ultima, la perdita visiva associata al glaucoma è irreversibile. In Italia sono circa 800.000 i pazienti accertati, equivalenti al 2.5% della popolazione, con una prevalenza maggiore al nord d’Italia. É una patologia oculare che può presentare diversi quadri clinici, nella maggior parte dei casi accomunati da un aumento della pressione intraoculare (> 20 mmHg). L’aumento della pressione all’interno del bulbo oculare è dovuta a una aumentata produzione o a un ridotto assorbimento del liquido che normalmente circola all’interno del segmento anteriore dell’occhio, l’umor acqueo. L’aumento pressorio, a carico del segmento anteriore dell’occhio (lo spazio compreso tra la cornea e l’iride) può esser presente fin dalla nascita come nel glaucoma congenito, può manifestarsi improvvisamente con un attacco acuto di glaucoma con grave dolore e annebbiamento visivo, oppure può insorgere in maniera subdola e lenta, come nella maggior parte dei casi in corso di glaucoma cronico ad angolo aperto o glaucomi secondari ad altre patologie (ad esempio eccessivo uso di cortisone). Il glaucoma primario ad angolo aperto rappresenta la tipologia più comune, rappresentando il 75% dei casi. È una patologia caratterizzata da una pressione intraoculare > 20 mmHg e da danni secondari ischemici al nervo ottico, con conseguente perdita del campo visivo. Il meccanismo per il quale un rialzo pressorio porti al danneggiamento delle cellule nervose della retina rimane ancora sconosciuto, ma è stato ipotizzato un danno di tipo meccanico, da compressione e un danno ischemico, legato alla compressione dei vasi sanguigni. Esiste una variante del glaucoma ad angolo aperto, ossia il “normal tension glaucoma”, conosciuto come glaucoma a bassa pressione, nel quale la pressione intraoculare è normale, ma la patologia progredisce con danni del campo visivo e perdita progressiva della vista, in pazienti asintomatici che non sanno di avere la patologia. Esistono diversi fattori di rischio che aumentano la probabilità di sviluppare il glaucoma, come l’età avanzata, il sesso maschile, la razza nera, la presenza di patologie vascolari sistemiche e la familiarità. I parenti di primo grado di un paziente con glaucoma hanno un rischio fino a nove volte superiore alla popolazione generale di sviluppare tale patologia; ciò nonostante, oltre il 50% delle persone nei Paesi sviluppati non è a conoscenza di esserne affetto. Da questi presupposti deriva l’importanza fondamentale di una diagnosi precoce, di uno stretto follow-up dei pazienti affetti dalla patologia e una scrupolosa attività di screening dei familiari stretti. * Centro oculistico Chiros (Torino)

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