giovedì 21 aprile 2022

Ecco perché dobbiamo dormire bene

PERCHE'DOBBIAMO DORMIRE BENE. di Roberto Rey*
Un buon sonno ristoratore è un presupposto importante per garantire una vita attiva e affrontare le fatiche quotidiane. Altrettanto importante è il modo in cui si vive nei 2/3 della giornata che trascorriamo svegli, soprattutto per quanto riguarda l'alimentazione e l'attività fisica. Dormire bene è fondamentale se vogliamo vivere bene e rimanere a lungo in salute. C'è un legame molto forte tra sonno e salute. E' sempre importante il riposo ma al riposo notturno non è riconosciuta tutta l'importanza che realmente merita. Dormire è un bisogno primario e se non si dorme bene nascono molte conseguenze negative. Per ottenere un sonno ristoratore é necessario che l'ambiente sia adatto a consentire di trascorrere una notte tranquilla. La camera da letto è la camera in cui si trascorre la maggior parte del tempo e quindi deve essere un'oasi di tranquillità e di silenzio. Tutto deve essere tranquillo e protetto. Il letto e il materasso sono importanti per un buon sonno quindi devono essere scelti con cura in modo da ottenere i migliori risultati. La luce naturale è un fattore essenziale del ritmo sonno-veglia. La camera da letto dovrebbe essere oscurata mediante persiane,tapparelle o tende spesse in grado di attutire anche i rumori. Prima di coricarsi arieggiare la camera da letto. La temperatura della camera non deve essere superiore ai 23 gradi né minore dei 16 gradi. Il sonno sarà più o meno riposante in funzione non solo del numero dei pasti ma anche in funzione di come ci alimentiamo. Sarà grazie a un'alimentazione consapevole, povera di zucchero e ricca di proteine nobili, di acidi grassi essenziali, di sostanze vegetali e di proteine nobili,che potremo proteggere e rinforzare non solo il corpo ma anche il nostro sonno. Per cominciare bene la giornata e sentirci in forma ci viene suggerito di mangiare così: al mattino come un re, a pranzo come un principe, alla sera quasi da povero. Al mattino: non si deve rinunciare alla ricca colazione fatta di sani carboidrati combinati con grassi buoni e adeguate proteine. A pranzo: Bisogna fare il pieno di energia. Pesce o carne o piatti di soia (proteine) con molta verdura e insalata. Formaggio fresco, frutta o Yogurt. A cena: Mangiare carne e fare una dieta iperproteica permette all'ormone della crescita, che agisce di notte, di esercitare il suo effetto positivo (troppo zucchero nel sangue ne blocca la produzione). Nel pomeriggio: non bere eccitanti come il caffè, il tè nero, il tè verde,la coca cola e altre bevande contenenti caffeina. Molti problemi di sonno possono essere dovuti allo scarso esercizio fisico durante il giorno. La vita di oggi richiede pochi sforzi fisici. L'uomo non è preparato per questo stile di vita sedentario e il nostro organismo “paga” l'eccesso di cibo e la mancanza di esercizio fisico con l'insorgenza di malattie tra cui anche il cancro. Chi non lavora con mani, braccia e gambe, si ritrova prima o poi con la muscolatura indebolita; chi non stimola la circolazione, si ritrova senza fiato al minimo sforzo. Alla sera si è esausti per il grande impegno richiesto per sbrigare gli affari che si sono presentati nella giornata ma manca la “ pesantezza fisica “ necessaria per il profondo sonno. Se invece durante il giorno si è attivi e ci si muove prevalentemente all'aria aperta ci si mantiene non solo sani e in forma ma si creano anche le condizioni per un sonno riposante perché lo sforzo fisico stanca notevolmente. I nostri antenati stavano in piedi tutto il giorno per riuscire a nutrire se stessi e la famiglia. Vale la pena tornare a ispirarsi a questo modello per dormire bene. Facciamo almeno una passeggiata o meglio ancora una camminata serale prima di cenare o prima di andare a letto; fa certamente molto bene per ridurre lo stress accumulato e per rilassarsi. Tutto ciò aumenta la disposizione al sonno. Ricordiamoci sempre che tra sonno e salute il rapporto è molto forte, così come tra cibo e salute e tra attività fisica e salute. Le persone che per lunghi periodi dormono poco e male, finiscono per entrare in un circolo vizioso decisamente pericoloso che ha effetti negativi sia sul corpo che sulla psiche. Se si dorme meno di 6 ore (anziché le necessarie 7-8 ore) si rischia di vivere una vita più breve e di qualità inferiore. Il sonno di breve durata favorisce il sovrappeso e il diabete e ha conseguenze negative anche sulla vita sociale. * Medico, presidente dell'associazione “Più vita in salute”

lunedì 18 aprile 2022

Opportunità e rischi dell'Intelligenza Artificiale nella sanità

L’Intelligenza Artificiale (Artificial Intelligence, AI nella dizione anglosassone), in questi ultimi anni, ha rivoluzionato la quotidianità dei cittadini e, considerando la velocità dello sviluppo tecnologico, ne modificherà i comportamenti e le abitudini anche nel prossimo futuro. Ogni giorno, infatti, anche inconsapevolmente, utilizziamo tecnologie basate sull’AI, che ci facilitano compiti, più o meno complessi, della vita quotidiana: dalla navigazione in automobile, alla ricerca di un ristorante o al suggerimento all’acquisto di un determinato bene di consumo. Il mondo sanitario in generale e quello della diagnostica in particolare, subisce, allo stesso modo, questo processo di sviluppo. Ad esempio, tecnologie basate sull’AI controllano già oggi le grandi apparecchiature di diagnostica per immagini (Tomografia Computerizzata, TC o Risonanza Magnetica, RM), standardizzando i protocolli di acquisizione e riducendo drasticamente i tempi di acquisizione degli esami, al fine di migliorare la compliance e il comfort dei pazienti. Esistono anche algoritmi in grado di supportare il radiologo nell’identificazione di patologie (ad esempio, noduli mammari o polmonari, fratture ossee, pneumotorace, ecc), riducendo al minimo gli errori di percezione, oppure aiutare lo specialista nella caratterizzazione di lesioni (ad esempio, il dermatologo con il melanoma cutaneo), con lo scopo di migliorare la diagnosi. Le ultime evidenze scientifiche riportano, inoltre, studi sull’uso di sistemi esperti “intelligenti”, in grado di categorizzare il rischio del paziente, determinare una prognosi e supportare il medico nella successiva decisione terapeutica. Questo tumultuoso sviluppo rischia, d’altra parte, di essere incontrollato e fonte di potenziali rischi, derivanti, ad esempio, dall’uso di sistemi di AI privi di una rigorosa validazione scientifica, dalla mancanza di controllo sui dati processati dai sistemi esperti, da possibili violazioni della privacy degli utenti e da discriminazioni introdotte dalla programmazione degli algoritmi; senza dimenticare le aspettative illusorie e fuorvianti per sanitari e pazienti derivanti da un utilizzo improprio dei sistemi di AI. Si aprono, quindi, nuove problematiche etiche e legali, che coinvolgono la responsabilità professionale e il ruolo del medico nell’interazione con i sistemi di AI, arrivando anche a modificare potenzialmente il rapporto medico-paziente. Secondo il ministero della Salute, uno sviluppo incontrollato e non governato dell’AI non è scevro da potenziali rischi, derivanti, ad esempio: 1) dall’uso di sistemi di AI privi di una rigorosa validazione scientifica; 2) dalla mancanza di controllo sulla modalità di processazione dei dati da parte dai sistemi esperti; 3) da possibili violazioni della privacy degli utenti; 4) da discriminazioni (ad esempio di razza e/o di genere) introdotte dalla programmazione degli algoritmi; 5) dall’assenza di informazioni circa la sicurezza e la riproducibilità nell’uso dei sistemi di AI; 6) dalla mancanza di norme circa la responsabilità professionale del medico nell’interazione con gli algoritmi; 7) dalla impreparazione del personale medico e sanitario al corretto utilizzo dei sistemi di AI e alla appropriata modalità di comunicazione del loro utilizzo ai pazienti; 8) dall’incomprensione da parte dell’utente/cittadino dei reali benefici e limitazioni dei sistemi di AI. Per poter introdurre, in modo sicuro, nella pratica clinica i sistemi di AI e per competere in ambito internazionale nella programmazione e nello sviluppo degli stessi, “è auspicabile che, nel nostro Paese – ha scritto il ministero della Salute - siano attuati i seguenti interventi:  realizzazione di infrastrutture organizzative, informatizzate, a livello locale, regionale o nazionale, di data stewardship e data governance;  creazione di una struttura di governance dei sistemi di AI da parte delle agenzie regolatorie italiane, in particolare il ministero della Salute per ciò che riguarda i dispositivi medici e Aifa per gli eventuali aspetti terapeutici, con lo scopo di stabilire delle regole rigorose per l’approvazione e la registrazione di tali sistemi;  predisposizione di linee guida nazionali riguardanti le modalità di integrazione e il corretto utilizzo dei sistemi di AI nella diagnostica, in accordo con le società scientifiche di riferimento;  creazione di un osservatorio nazionale permanente al ministero della Salute, per il monitoraggio delle performance dei sistemi di AI immessi sul mercato (analisi post-market);  predisposizione di moduli formativi universitari e post-universitari per migliorare le conoscenze e competenze in materia di AI del personale medico e delle professioni sanitarie; I sistemi di intelligenza artificiale come strumento di supporto alla diagnostica 2021  integrazione di elementi metodologici in tema di AI all’interno dei programmi della scuola secondaria superiore e creazione di contenuti informativi, anche tramite canali informatici, al servizio del cittadino.

domenica 10 aprile 2022

Un italiano su due cerca in Internet notizie sulla salute

Negli ultimi tre mesi prima dell'indagine del 2021 sull'uso delle Tic (tecnologie dell'informazione e della comunicazione) nelle famiglie e da parte degli individui, un cittadino dell'Ue su due (55%) di età compresa tra 16 e 74 anni ha riferito di avere cercato informazioni sanitarie online relative a lesioni, malattie, alimentazione, migliorare la salute o simili. Lo ha censito Eurostat, l'istituto di ricerca europeo. La percentuale di persone che cercano informazioni sanitarie online per scopi privati ​variava tra gli Stati membri: nel 2021, la quota più alta è stata registrata in Finlandia, dove l'80% delle persone di età compresa tra 16 e 74 anni ha cercato online argomenti relativi alla salute negli ultimi tre mesi prima del sondaggio, seguito da Paesi Bassi (77%), Danimarca (75% ) e Cipro (74%). In Italia la quota è risultata di poco superiore al 50%. Al contrario, le quote più basse sono state osservate in Bulgaria (36%) e Romania (40%), seguite da Germania (45%) e Polonia (47%). Nell'ultimo decennio, la quota di persone che cercano informazioni sanitarie online è aumentata in quasi tutti gli Stati membri dell'Ue con un aumento medio di 17 punti percentuali rispetto al 2011 (38%). Gli aumenti più elevati del numero di persone che cercano informazioni sanitarie online sono stati registrati a Cipro (+46 punti percentuali), seguita da Cechia (+33 punti percentuali), Malta (+32 punti percentuali) e Spagna (+31 punti percentuali).

giovedì 7 aprile 2022

La Liguria lancia test contro la degenerazione maculare

La degenerazione maculare rappresenta la principale causa di cecità legale (grave perdita della visione centrale) dopo i 50 anni. Oltre un milione di persone ne sono affette in Italia. Con l’avanzare dell’età il rischio di degenerazione maculare e il rischio di aggravamento della malattia progressivamente aumentano. Pur essendo una delle cause più comuni di cecità grave nelle persone di età superiore ai 50 anni è quasi completamente sconosciuta e questo non consente una seria attività di prevenzione che potrebbe essere fatta anche con un semplice test di autodiagnosi. “E’ da questo dato che siamo partiti per la nostra iniziativa – dichiara l’assessore regionale agli Stili di Vita Consapevoli e al Personale di Regione Liguria Simona Ferro (nella foto) – abbiamo bisogno di far conoscere questa malattia e di portare avanti una seria prevenzione. Dopo l’esperienza del Comune di Genova che ha promosso il test di autovalutazione del Comitato Macula ‘Testa la Vista’ abbiamo deciso di riproporlo nelle medesime modalità in Regione Liguria per poi ampliare questo strumento di autodiagnosi in tutti i Comuni delle Liguria”. Avere a disposizione un test come questo – spiega il vicesindaco del Comune di Genova Massimo Nicolò – può rivelarsi fondamentale per riconoscere l’insorgere di retinopatie e maculopatie anche in persone ignare di essere affette da diabete. Ricordo che ‘Testa la vista’ non può e non deve considerarsi come sostitutivo di una visita oculistica, ma è senza dubbio utile ad aiutare le persone a individuare i potenziali segnali che possono portare alla diagnosi precoce e quindi all’accesso tempestivo alle cure, riducendo così in modo significativo il rischio di danni ancora maggiori alla vista “Oggi è un grande giorno in quanto grazie a Regione Liguria riusciamo a sensibilizzare tutti su questo problema – ha sottolineato Massimo Ligustro presidente del Comitato Macula - offrendo a tutti (turisti inclusi) un nuovo strumento di prevenzione. Grazie a tutti e non perdiamoci la vista”. ‘Testa la vista’ è un innovativo strumento di indagine digitale che nasce con l’intento di supportare il Comitato Macula, la prima associazione italiana di pazienti affetti da maculopatie e retinopatie, nell’impegno di prevenire o intercettare precocemente queste patologie. Si tratta di un test di autovalutazione della vista basato sull’osservazione di una serie di immagini a partire dalla griglia di Amsler, metodo già collaudato dagli oftalmologi per intercettare con efficacia gli indizi di disturbi visivi associabili a problematiche retiniche e maculari. Il test è gratuito, non è invasivo ed è semplice e servono pochi minuti per comprendere se c’è necessità di ulteriori controlli, fermo restando che il risultato negativo non possa escludere la presenza di altre patologie non diagnosticabili col test. L’utenza di riferimento di ‘Testa la vista’ è la popolazione affetta da diabete, che ne siano consapevoli o meno. ‘Testa la vista’ offre l’opportunità di contattare un operatore di SOS Macula per ricevere tutte le informazioni necessarie per approfondimenti e cure. SOS Macula è un servizio gratuito dell’associazione Comitato Macula attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18 al numero 3755378678. Questo test sarà disponibile sul sito e sui canali intranet di Regione Liguria e quindi disponibili sia per i dipendenti dell’ente, ma anche e soprattutto per i cittadini della nostra regione che potranno accedere a questo strumento di autodiagnosi importantissimo per la propria salute. “Mi auguro che tutte le amministrazioni locali e non solo seguano l’esempio di Regione Liguria e del Comune di Genova – conclude l’assessore Ferro – ed è per questo che nell’immediato futuro scriverò alle amministrazioni locali per chiedere la loro collaborazione e la promozione di questa piattaforma”.

mercoledì 6 aprile 2022

Irccs di Candiolo: due investimenti innovativi da 30 milioni

Due importanti investimenti in alta tecnologia sono in corso di implementazione all’IRCCS di Candiolo, secondo un piano di attività definito in un incontro tra l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi e il presidente della Fondazione del Piemonte per l’Oncologia, Andrea Agnelli. Si tratta dell’acquisizione di una strumentazione CyberKnife, vale a dire una nuova forma di radioterapia di precisione chirurgica anche su lesioni che si muovono con il respiro e della realizzazione di un sistema di Protonterapia, un innovativo trattamento radiante oncologico per la cura di tumori. “Attualmente – osserva l’assessore Luigi Genesio Icardi - in Piemonte non vi sono strumentazioni similari, sia nel pubblico che nel privato. Siamo grati all’IRCCS di Candiolo, che puntualmente mantiene le promesse di rilancio tecnologico sul fronte delle cure oncologiche di altissima specializzazione, confermandosi una vera eccellenza sanitaria per la nostra regione. Grazie a queste nuove apparecchiature, non solo molti pazienti piemontesi non saranno più costretti a recarsi fuori regione per determinati trattamenti terapeutici, ma si invertirà il flusso dei pazienti verso il Piemonte. Vuol dire che specifici trattamenti ora possibili solo a Trento, a Pavia e altrove, potranno essere eseguiti in Piemonte, a Candiolo”. Sul piano economico, per questi interventi l’IRCCS di Candiolo investe complessivamente oltre 30 milioni di euro. “Sappiamo quanto sia determinante l’aspetto tecnologico nella lotta al cancro – dichiara il presidente della Fondazione del Piemonte per l’oncologia, Andrea Agnelli – e l’Istituto di Candiolo ne ha fatto da sempre una priorità, insieme all’alta specializzazione dei sanitari e all’umanità dell’approccio con i pazienti. La radioterapia dell’IRCCS di Candiolo è attualmente dotata di tre strumenti ad alta tecnologia, un acceleratore lineare di ultima generazione e due tomotherapy”. Nello stesso incontro, l’assessore Icardi e il presidente Agnelli hanno convenuto che l’ospedale di Candiolo metterà a disposizione venti posti letto per la cura dei pazienti oncologici ucraini adulti, cosi come è stata ribadita la disponibilità dell’Istituto a collaborare con i professionisti delle Aziende sanitarie piemontesi che intendono avvalersi delle dotazioni sanitarie di alta tecnologia dell’ospedale.

lunedì 4 aprile 2022

I dati principali del Rapporto sulle tossicodipendenze

Sono 125.428 le persone dipendenti da sostanze assistite in Italia nel 2020 dai Servizi pubblici per le Dipendenze. Lo ha comunicato il ministero della Salute, precisando che l'86% dei pazienti sono di genere maschile e che l’eroina rimane la sostanza primaria più usata dall’insieme degli utenti in trattamento. Questi alcuni dei dati che emergono dal Rapporto tossicodipendenze 2020, che rappresenta l'analisi dei dati rilevati, a livello nazionale, attraverso il Sistema Informativo Nazionale per le Dipendenze (Sind) nel 2020. Il documento è uno strumento conoscitivo fondamentale per i diversi soggetti istituzionali responsabili della definizione e attuazione delle politiche sanitarie del settore dipendenze, per gli operatori e per i cittadini utenti del Servizio Sanitario Nazionale. In sintesi ecco alcuni dei risultati principali del Rapporto: nel 2020 sono operanti in Italia 575 Servizi pubblici per le Dipendenze (Ser.D); per rendere il servizio più accessibile a tutta la popolazione, in diverse regioni i servizi sono articolati su più sedi di erogazione delle prestazioni; la dotazione complessiva del personale dipendente all’interno dei Serd.D risulta pari a 6.200 unità Nel 2020, i servizi in Italia hanno assistito complessivamente 125.428 soggetti dipendenti da sostanze (su un totale di 198.497 contatti) di cui 15.671 sono nuovi utenti (12,5%) e 109.757 sono soggetti già in carico o rientrati dagli anni precedenti (87,5%). Circa l’86% dei pazienti totali sono di genere maschile con un rapporto di una femmina ogni sei maschi. I pazienti in trattamento sono prevalentemente di nazionalità italiana (91,3%). Le classi di età più frequenti sono quelle comprese tra i 35 e i 54 anni Il 63,9% dell’utenza in trattamento per droga è in carico ai servizi per uso primario di oppiacei; tale percentuale scende al 28,8 % tra i nuovi utenti, mentre tra le persone già in carico o rientrate arriva al 68,9%. L’eroina, rimane la sostanza primaria più usata dall’insieme degli utenti in trattamento; tuttavia la proporzione di persone sul totale dei trattati che la scelgono come sostanza di elezione, diminuisce nel corso degli anni. Nel 2020 si registrano 14.323 dimessi (13.777 in regime ordinario e 546 in regime diurno) con diagnosi correlate all’uso di droghe dalle strutture ospedaliere italiane. Infine, il numero complessivo di accessi al Pronto Soccorso per i gruppi diagnostici correlati all’uso di droghe ammonta a 5.677, che rappresentano lo 0,04% del numero totale di accessi al pronto soccorso a livello nazionale.

venerdì 1 aprile 2022

In Italia assistiti oltre 728.000 pazienti psichiatrici

Gli utenti psichiatrici assistiti dai servizi specialistici in Italia nel 2020 ammontano a 728.338, con tassi standardizzati che vanno da 342 per 100.000 abitanti adulti in Molise fino a 1.954 in Umbria (la media nazionale è 1.434 ogni 100.000 abitanti). Lo ha rivelato il ministaro della Salute precisando che gli utenti sono di sesso femminile nel 53,6% dei casi, mentre la composizione per età riflette l’invecchiamento della popolazione generale, con un’ampia percentuale di pazienti al di sopra dei 45 anni (69%). In entrambi i sessi risultano meno numerosi i pazienti al di sotto dei 25 anni mentre la più alta concentrazione si ha nelle classi 45-54 anni e 55-64 anni (46,8% in entrambi i sessi); le femmine presentano, rispetto ai maschi, una percentuale più elevata nella classe over 75 anni (6,7% nei maschi e 10,7% nelle femmine). Nel 2020 i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta nell'anno (utenti al primo contatto) con i Dipartimenti di Salute Mentale sono stati 253.164, di cui il 91,8% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita (first ever pari a 232.376). I tassi degli utenti trattati per gruppo diagnostico evidenziano importanti differenze legate al genere. I tassi relativi ai disturbi schizofrenici, ai disturbi di personalità, ai disturbi da abuso di sostanze e al ritardo mentale sono maggiori nel sesso maschile rispetto a quello femminile, mentre l’opposto avviene per i disturbi affettivi, nevrotici e depressivi. In particolare, per la depressione il tasso degli utenti di sesso femminile è quasi doppio rispetto a quello del sesso maschile (242 per 100.000 abitanti nei maschi e 404 nelle femmine). Le prestazioni erogate nel 2020 dai servizi territoriali ammontano a 8.299.120, con una media di 12,3 prestazioni per utente. Complessivamente il 79,6% degli interventi è effettuato in sede, l’8,9% a domicilio e il resto in una sede esterna; gli operatori prevalenti sono rappresentati da medici (34,7%) e infermieri (42,7%). Il 33% degli interventi è rappresentato da attività infermieristica a domicilio e nel territorio, il 22,8% da attività psichiatrica, l’11,4% da attività di riabilitazione e risocializzazione territoriale, il 6,6% da attività di coordinamento e il 6,3% da attività di supporto alla vita quotidiana, il 6,2% da attività psicologica-psicoterapica; la quota restante riguarda attività rivolta alla famiglia e attività di supporto. Inoltre, le giornate di presenza presso strutture residenziali sono state 10.594.206 per 26.288 utenti; la durata media del trattamento a livello nazionale è pari a 1.059,6 giorni. Gli accessi nelle strutture semiresidenziali sono stati 1.032.170 per 21.898 persone (2.091 accessi per 100.000 abitanti). Nel 2020 si sono registrate 84.491 dimissioni dalle strutture psichiatriche ospedaliere (pubbliche e private), per un totale di 1.130.499 giornate di degenza con una degenza media di 13,4 giorni. Con riferimento ai Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC), le riammissioni non programmate entro 30 giorni rappresentano il 13,5% del totale delle dimissioni, mentre quelle a 7 giorni rappresentano il 7,5%. Sempre nel 2020 sono stati registrati 5.398 trattamenti sanitari obbligatori nei SPDC che rappresentano il 7,1% dei ricoveri avvenuti nei reparti psichiatrici pubblici (76.351). Gli accessi al Pronto Soccorso per patologie psichiatriche sono ammontati a 421.208, che costituiscono il 3,2% del numero totale di accessi al pronto soccorso a livello nazionale. Il 15,3% del totale degli accessi in Pronto Soccorso per problemi psichiatrici esita in ricovero, di cui più della metà sono accolti nel reparto di psichiatria. Inoltre il 38,6% degli accessi per problemi psichiatrici registra una diagnosi di Sindromi nevrotiche e somatoformi. Il 71,3% del totale degli accessi in Pronto Soccorso per problemi psichiatrici esita a domicilio. In regime di assistenza convenzionata, oper la categoria degli antidepressivi la spesa lorda complessiva è stata di oltre 391 milioni di euro, con un numero di confezioni superiore a 37 milioni. Per la categoria degli Antipsicotici la spesa lorda complessiva è risultata superiore a 77 milioni di euro, con un numero di confezioni che supera i 5,9 milioni. Per la categoria Litio la spesa lorda complessiva è stata di circa 3,6 milioni di euro con 900.840 confezioni. In distribuzione diretta, per la categoria degli antidepressivi la spesa lorda complessiva è stata di 1 milione di euro con 496.762 confezioni; per la categoria degli antipsicotici la spesa lorda complessiva è ammontata a circa 72 milioni con 6,7 milioni di confezioni e per la categoria Litio la spesa lorda stata è di 55.208 euro con 24.349 confezioni.

mercoledì 30 marzo 2022

Perché e come bisogna fare attività fisica

di Roberto Rey* Il movimento e l'attività fisica possono procurare benessere sia fisico che psicologico e sono una delle più importanti scelte comportamentali utili per prevenire le malattie e rinforzare la salute. Aiutano a controllare il peso corporeo e a mantenerlo nella normalità. Permettono di sfruttare le proprie potenzialità fisiche e psicologiche per rimanere a lungo sani e felici. Possono rallentare il processo di invecchiamento e mantenere l'età biologica inferiore a quella anagrafica. A seguito dell'aumento della durata della vita diventa necessario ottenere almeno un pari aumento degli anni di vita in salute. A tal fine e' importante fare attività fisica per mantenere sia il proprio peso forma (I.M.C. tra 18,5 e 24,9) che la corretta circonferenza vita (minore di 102 cm nell'uomo e minore di 88 cm nella donna). L'esercizio fisico aiuta a vivere meglio e più a lungo perché : 1) Rinforza il cuore 2) Favorisce il buon umore e produce una sensazione di benessere. Gli ormoni liberati durante l'esercizio fisico hanno effetti positivi sulla salute 3) Abbassa la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca, proteggendo cuore e vasi sanguigni 4) Rinforza le ossa, favorendo la fissazione del calcio 5) Allevia ansia e stress 6) Aumenta l'energia fisica 7) Stimola la circolazione del sangue migliorando l'attenzione, la qualità del sonno e la guarigione di aree danneggiate 8) Aiuta a mantenere il peso forma, rinforza i muscoli e brucia i grassi 9) Migliora la qualità del sonno 10) Abbassa il rischio cardiovascolare. Vivere più a lungo non è oggi la cosa più importante, in quanto conta di più mantenersi in buona salute e mantenersi attivi fino a tarda età e migliorare la qualità della vita. Il massimo beneficio si ottiene con 30-40-60 minuti di esercizio al giorno secondo le proprie condizioni fisiche.
Camminare è il movimento più facile e più naturale ed è uno di quelli più salutari, tanto da essere definito un ottimo farmaco. Sconfiggere la sedentarietà è la chiave per ottenere salute e benessere. Camminare aiuta a mantenere efficiente il sistema cardiocircolatorio. Regolarizza i livelli della pressione sanguigna e stimola il ritorno venoso dagli arti inferiori mantenendo così il sangue in movimento. Ne consegue un minor rischio di eventi trombotici. Camminare stimola anche la circolazione linfatica e riduce i ristagni idrici potenziando l'azione drenante dei reni. Tonifica i muscoli e riduce la percentuale di massa grassa. Richiede un costante lavoro muscolare. E' un ottimo antistress ed è utile per controllare ansia, panico e depressione. Riduce il rischio di ammalarsi e protegge dalle recidive. Fa bene al cuore e ai vasi sanguigni. Migliora il ritorno venoso al cuore e impedisce il ristagno a livello delle caviglie e dei piedi. Camminare aiuta il corpo ad eliminare le tossine soprattutto quelle endogene. Rappresenta un ottimo esercizio contro il rischio di osteoporosi: funziona sia come prevenzione (stimola il lavoro delle cellule scheletriche) sia come cura. Aiuta a respirare meglio e migliora la capacità respiratoria. L'attività fisica, di cui la camminata veloce fa parte a pieno titolo, è una delle armi più efficaci per la prevenzione dei tumori. E' ottima per purificare il sangue. Serve anche per salvaguardare il fegato. E' ottima per controllare il peso corporeo. L'abitudine a praticare un esercizio fisico, regolare e costante può produrre molti benefici: *Annulla la sedentarietà e le sue conseguenze negative. *Migliora il profilo lipidico (riduzione del colesterolo totale e del colesterolo LDL, riduzione dei trigliceridi, aumento del colesterolo HDL). *Migliora il controllo del diabete tipo 2 grazie all'aumento della sensibilità all' insulina. *Migliora il controllo dell'ipertensione arteriosa, sia per la vasodilatazione sia per la maggiore vascolarizzazione a livello muscolare, sia per la riduzione dell'attività del sistema simpatico. *Riduce il sovrappeso/obesità e ridistribuisce il grasso corporeo. Solo l'esercizio fisico aumenta il consumo di calorie; quando le calorie sono ormai trasformate in grasso, la miglior soluzione è quella di praticare attività aerobica per trasformare il grasso in energia. Il primo a essere mobilizzato è il grasso addominale che è il maggior responsabile delle complicanze cardiovascolari e metaboliche. *Aumenta il coefficiente respiratorio cioè il rapporto tra il tasso di ossigeno trasportato e quello consumato. Gli atti respiratori diventano più lenti e più profondi. *Rinforza le ossa favorendo la fissazione del calcio e di altri minerali. Stimola il trofismo delle cartilagini articolari. La marcia e la corsa sollecitano la colonna e gli arti inferiori e stimolano la rimineralizzazione delle ossa osteoporotiche, *Riducono l'ansia e la depressione, lo stress e scaricano la tensione. *Migliorano l'umore e producono uno stato di benessere generale. L'attività fisica può essere suddivisa in: “sportiva”, ”lavorativa”, ”hobbystica”, ”salutistica” se si prende in considerazione, come criterio distintivo, il quando e il perché viene effettuata. L'attività fisica “sportiva” è quella che viene svolta durante la pratica di uno sport di tipo amatoriale e non agonistico o durante allenamenti programmati e strutturati. La principale finalità per cui viene praticata è quella di mantenersi in forma divertendosi e coltivando la passione per uno specifico sport. Ne fanno parte la corsa, il nuoto, il calcio, il ciclismo, il canottaggio e tante altre attività sportive. L'attività fisica “lavorativa” è quella praticata durante lo svolgimento del proprio lavoro a condizione che sia un lavoro di medio o elevato impegno fisico. Ne sono un esempio i lavori pesanti svolti nel settore edilizio, nel settore agricolo, nella manutenzione stradale, nei traslochi. L'attività fisica “hobbistica” è quella svolta nel contesto delle attività praticate per hobby. La finalità è quella di occupare il tempo libero con attività ludico-ricreative, distensive e salutari, quasi sempre meno impegnative di quelle sportive. Ne sono un esempio il giardinaggio, il ballo, la canoa, la vela nonchè il gioco delle bocce, le lunghe passeggiate con il cane, le gite e le escursioni. L'attività fisica “ salutistica “ è quella svolta soprattutto spostandosi da un punto a un altro della città senza usare mezzi di trasporto a motore. La finalità principale è quella di ottenere benefici in termini di salute. Ne sono un esempio i trasferimenti effettuati a piedi o in bicicletta per recarsi a scuola o al lavoro oppure il salire le scale a piedi, anziché in ascensore. A sostegno di tali scelte salutistiche si sottolinea che, nell'ambito dei trasferimenti in città, la bicicletta è comunque il mezzo più razionale e più veloce per distanze da 1 a 5 Km, e il camminare a piedi è il modo più sicuro e veloce per distanze inferiori a 1 Km. L'attività fisica può essere suddivisa in “aerobica”, “anaerobica”, “mista” se si tiene in considerazione il come viene effettuata. L'attività fisica”aerobica” o dinamica o di resistenza. Durante il suo svolgimento richiede un impegno cardiovascolare costante, prolungato e di media intensità. Ne sono un esempio la camminata veloce (fit-walking), la corsa all'aperto o su tappeto rotante, il nuoto, lo sci di fondo, il ballo, il golf. Tali attività devono essere svolte per almeno 30 minuti consecutivi. L'attività fisica”anaerobica” o statica o di potenza. Durante il suo svolgimento richiede un impegno cardiovascolare di durata breve, ma di elevata intensità, spesso responsabile di un transitorio aumento della pressione arteriosa. Ne sono un esempio il sollevamento pesi, il body-building e tutti gli esercizi brevi e ripetuti più volte,effettuati in palestra con attrezzi e con specifiche macchine. L'attività fisica”mista” è quella caratterizzata dall' alternanza di attività aerobica e anaerobica. Richiede un impegno cardiovascolare con momenti di bassa o media intensità e momenti di alta intensità. Ne sono un esempio gli sport di squadra (calcio, pallacanestro, rugby) e il tennis. E 'opportuno premettere che l'attività fisica per favorire la salute deve essere praticata in modo regolare e costante e deve essere adeguata alle caratteristiche psico-fisiche del singolo soggetto. Ottimali sono i programmi di allenamento personalizzati. L'attività fisica è importante perché aumenta l'efficienza dell'apparato cardiovascolare e riduce il livello dei fattori di rischio cardio-cerebro-vascolare. Ha un effetto protettivo importante anche se i suoi benefici possono essere pesantemente ridotti dall'azione negativa esercitata dai maggiori fattori di rischio (ipertensione, fumo, obesità, dislipidemia) i quali, se presenti, devono venire contrastati e se possibile aboliti. La pratica dell'attività fisica necessita di alcune indicazioni: il programma di allenamento con cui ricominciare, dopo un periodo di inattività, dovrebbe consistere in una camminata giornaliera a passo decisamente sostenuto, tenendo una velocità di 6 km/ora (1 km ogni 10 minuti ) per una distanza di almeno 3 km; dopo 3-4 mesi in una camminata a passo veloce, tenendo una velocità di 6,5 -7 Km /ora per almeno 4 km. L'attività aerobica è la più adatta per potenziare l'efficienza dell'apparato cardiocircolatorio. Per quanto riguarda la frequenza cardiaca, durante un allenamento è bene rimanere su valori pari al 60-80 % di quella teorica massima, che viene calcolata sottraendo da 220 il numero degli anni di età. L'abitudine a praticare un esercizio fisico regolare e costante può produrre i seguenti benefici: *Annulla il fattore di rischio sedentarietà e le sue conseguenze negative. * Migliora il profilo lipidico (riduzione del colesterolo totale e del colesterolo Ldl, riduzione dei trigliceridi, aumento del colesterolo Hdl ) * Migliora il controllo del diabete tipo2 grazie all'aumento della sensibilità all'insulina. * Migliora il controllo dell'ipertensione arteriosa, sia per la vasodilatazione e la maggiore vascolarizzazione a livello muscolare, sia per la riduzione dell'attività del sistema simpatico. * Riduce il sovrappeso/obesità e ridistribuisce il grasso corporeo. * Aumenta il coefficiente respiratorio cioè il rapporto tra il tasso di ossigeno trasportato e quello consumato. Gli atti respiratori diventano più lenti e più profondi. * Rinforza le ossa favorendo la fissazione del calcio e di altri minerali. Stimola il trofismo delle cartilagini articolari. La marcia e la corsa sollecitano la colonna e gli arti inferiori e stimolano la rimineralizzazione delle ossa osteoporotiche. * Medico, presidente dell'associazione Più Vita in Salute

martedì 29 marzo 2022

Quest'anno in arrivo quasi cento nuovi farmaci

In Europa, nel 2021, sono stati autorizzati 79 nuovi farmaci, di cui 61 contenenti nuove sostanze attive (25 medicinali orfani per il trattamento di patologie rare), 6 farmaci biosimilari e 12 equivalenti. Tra i nuovi farmaci autorizzati dall’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema), permane il primato dei medicinali antineoplastici e immunomodulatori (40,5%), destinati al trattamento di malattie autoimmuni e di alcuni tipi di tumori solidi (quali il tumore del polmone, della mammella e dell’utero) e del sangue (quali il mieloma, il linfoma e la leucemia), seguiti dagli antinfettivi a uso sistemico (12,6%), dai farmaci del sistema nervoso (7,6%) e dell’apparato digerente e del metabolismo (7,6%); percentuali inferiori riguardano nuovi medicinali appartenenti ad altre categorie ATC. Sono alcune delle informazioni contenute nella quarta edizione del Rapporto “Horizon Scanning: scenario dei medicinali in arrivo”, pubblicato dall’Agenzia Italiana del Farmaco sul portale istituzionale. Il Rapporto ha lo scopo di fornire informazioni sui nuovi medicinali e sulle nuove terapie, che hanno ricevuto un parere positivo dell’Ema nel 2021 o che potrebbero averlo negli anni successivi.
Tra i medicinali orfani che hanno ricevuto il parere positivo dell’Ema, due sono farmaci per terapie avanzate, nello specifico terapie geniche: Abecma, per il trattamento di adulti con mieloma multiplo recidivante e refrattario e Skysona, per il trattamento dell’adrenoleucodistrofia cerebrale precoce. Sui dati disponibili al momento della stesura del Rapporto, per l’anno 2022 è previsto un parere da parte dell’Ema per 96 nuovi medicinali, con una prevalenza di farmaci antineoplastici, seguiti da una quota rilevante di medicinali per il sistema nervoso e sensoriale, immunosoppressori e immunostimolanti e medicinali dell’apparato digerente e del metabolismo. Dei 29 medicinali orfani attualmente in valutazione, infine, 7 sono medicinali per terapie avanzate. La pubblicazione del Rapporto rientra tra le attività di Horizon Scanning dell’Aifa, finalizzate a identificare e valutare precocemente nuovi medicinali e nuove indicazioni terapeutiche di medicinali già autorizzati, che potranno ampliare le opzioni di trattamento a disposizione dei medici e dei pazienti colmando le esigenze di salute non ancora soddisfatte.

domenica 27 marzo 2022

Un "Viaggio nell'oncologia contemporanea"

Quasi due malati oncologici su tre (il 59% fra gli uomini, il 65% fra le donne) sopravvivono dopo cinque anni dalla diagnosi. La mortalità è calata dell’8-10% negli ultimi sei anni. Il tumore è sempre più una malattia per cui si può guardare anche alla terapia e alla guarigione. È giunto il momento, quindi, di adeguare il linguaggio adottato quando si tratta di tumore, liberandolo dai tabù e dalle metafore figlie del passato: partendo dalle parole utilizzate, eliminando i termini militari spesso abusati, modificando l’atteggiamento linguistico, le forme di comunicazione pubblica, a volte anche i rapporti fra medico e paziente e tra gli stessi sanitari. Una sfida che guarda al futuro ma si basa su numeri concreti e sull’esperienza pratica di oncologi, specialisti, studiosi ed esperti della comunicazione, è quella di “Viaggio nell’Oncologia Contemporanea – Un’altra meta è possibile” (Mimesis Editore). Un libro, curato da Mario Nejrotti, che raccoglie il contributo di diversi autori e fa parte di un progetto più ampio – portato avanti da Fondazione Ricerca Molinette e Ordine dei Medici di Torino – con l’ambizione di favorire una piccola rivoluzione culturale nell’ambito della nostra sanità, che è poi una rivoluzione di pensiero: non più cancro ma neoplasia, non più Oncologia solo come terapia per le diagnosi infauste ma come specialità della medicina, in grado di curare e dare possibilità di futuro. In sostanza, l’obiettivo è riuscire ad adeguare alla realtà di oggi il linguaggio utilizzato. Sia nel dibattito pubblico, da parte di tutti gli attori in gioco, sia nel rapporto fra sanitari e paziente. Il viaggio va dal racconto in prima persona di un paziente e del suo punto di vista, ai progressi recenti permessi dai farmaci e da nuovi strumenti di cura, passando per il Covid e le sue ricadute in ambito oncologico. Con un ampio spazio alla riflessione e alle criticità generate da una comunicazione ancora in molti casi insufficiente e obsoleta o non così centrata sulle necessità del malato. Una narrazione all’interno della quale si scoprono punti fermi su cui costruire. Come l’importanza di definire in modo sempre più accurato il ruolo della comunicazione dei medici nei confronti dei pazienti, che deve essere attenta al malato più che alla malattia ed essere considerata parte integrante del processo di cura, sia per la modalità che per il tempo dedicato. Al centro del libro ci sono innanzitutto i delicati passaggi procedurali, ad esempio nella consegna del referto radiologico: un momento molto difficile che necessita di vicinanza e che rende cruciale la mediazione del radiologo e la valutazione congiunta tra specialista e medico curante. “Con questo progetto vogliamo contribuire ad arricchire la riflessione in corso sul significato della parola cancro – chiarisce Libero Ciuffreda, direttore Oncologia Medica 1 presso il Coes (Centro Oncologico Ematologico Subalpino) della Città della Salute e membro cda di Fondazione Ricerca Molinette - Riteniamo che, anche grazie ai dati sul progressivo incremento della sopravvivenza dei pazienti oncologici e del miglioramento della loro qualità di vita, oggi si imponga una rivoluzione culturale e del linguaggio di cui vogliamo esser protagonisti. L’obiettivo del progetto è depotenziare la parola cancro e dissociare la diagnosi e la cura delle patologie neoplastiche, da immagini, metafore e significati terrorizzanti, sempre più lontani dalla moderna medicina oncologica”. “La relazione tra medico e paziente è una componente fondamentale del processo assistenziale e per questo da tempo come Ordine - sottolinea Guido Giustetto - il presidente dell’Ordine dei Medici di Torino - ci battiamo perché sia concesso ai medici di avere più tempo a disposizione da dedicare per sviluppare e approfondire questo rapporto. A maggior ragione si tratta di un aspetto decisivo in oncologia, uno di quei campi in cui in passato poteva accadere che il medico nemmeno rendesse partecipe il malato della diagnosi, pratica per altro oggi vietata dal codice deontologico. Crediamo invece che proprio l’attenzione alla comunicazione sia essenziale per fortificare quell’alleanza di cura che contribuisce a migliorare la qualità delle terapie e della vita stessa del paziente”.

venerdì 18 marzo 2022

Ecco i "superalimenti" che fanno meglio alla salute

di Roberto Rey*
Premesso che il miglior cibo nutre, previene e cura le malattie, diventa fondamentale conoscerlo e saperlo scegliere in funzione delle proprie esigenze. Ecco il perchè della presentazione di 50 “superalimenti” per la dispensa e la tavola di chi vuole introdurre nel corpo solo ciò che è utile e importante per mantenere la propria salute. Una selezione di alimenti che meritano di essere apprezzati per le loro qualità. Dobbiamo conoscerli, portarli sulle nostre tavole e mangiarli con la consapevolezza di quanto possono fare del bene al nostro organismo. Molti di coloro che avevano preso come modello la dieta mediterranea, quindi una dieta sana, si sono nel tempo indirizzati verso diete pericolose per la salute. Pertanto, se noi vogliamo stare meglio dobbiamo recuperare un adeguato comportamento alimentare osservando le seguenti linee guida: 1) mantenere il proprio peso nei limiti normali, scegliendo cibi meno ricchi in termini di calorie e inserendo nella propria alimentazione alimenti vegetali ricchi di fibra come la frutta fresca e gli ortaggi; 2) consumare complessivamente meno grassi e colesterolo; 3) conoscere le proprietà dei cibi e seguire una dieta sana e bilanciata. Le più recenti ricerche scientifiche hanno fornito prove certe sul rapporto tra cibo e salute. Oggi è possibile alimentarsi con cibi che producono un'azione benefica sul nostro organismo e quindi lo proteggono favorendo lo sviluppo e il consolidamento di una duratura condizione di benessere generale. L'importante è imparare a riconoscere le virtù degli alimenti per portarli sulle nostre tavole e consumarli consapevolmente. Con una corretta alimentazione si può aiutare l'organismo a mantenersi in forma, prevenendo molti dei disturbi più comuni e contrastando gli effetti negativi dell'invecchiamento. Quanto premesso giustifica la presentazione di una guida di alimenti, fondamentali per il benessere quotidiano. Tali alimenti hanno una caratteristica comune: sono semplici e facili da trovare e soprattutto ci permettono di difendere la salute sia oggi che nei prossimi anni. Per quanto è possibile, dobbiamo preferire alimenti provenienti da colture biologiche e da piccole produzioni controllate. Il nostro organismo non è in grado di sintetizzare alcun minerale quindi è necessario introdurli con gli alimenti e le bevande. I principali minerali utili per la nostra salute sono il sodio (sale, pesce, alghe), il potassio (frutta secca, albicocche, banane), il ferro (legumi secchi, spinaci,semi di girasole), il calcio (cavoli, broccoli, lenticchie e mandorle), il fosforo (semi di zucca e di girasole, mandorle e lenticchie), il magnesio (mandorle, noci, cereali integrali). I sali minerali sono sostanze inorganiche non energetiche che hanno un ruolo fondamentale nel funzionamento del corpo umano. Come le vitamine (A, B, C, E) sono elementi fondamentali per la vita, per la crescita e per il buon funzionamento del corpo. Ecco l'elenco dei primi 25 dei 50 “superalimenti” semplici e facili da trovare: 1) Aglio: combatte il colesterolo cattivo (LDL) a beneficio di quello buono (HDL); ha azione antiaggregante; interviene nella profilassi delle malattie da raffreddamento e nelle bronchiti; è un potente battericida; combatte i radicali liberi; è un tonificante. 2) Albicocca: è energizzante, lassativa, nutriente e digeribile. E' ricchissima di carotenoidi precursori della vitamina A, nonchè di vitamine del gruppo B, di vitamina C e di minerali. L'albicocca (consigliata in caso di anemia e inappetenza) va scelta matura e deve essere consumata in pochi giorni. Stimola le difese naturali dell' organismo. 3) Alghe: disintossicanti e depurative. Sono limenti preziosi e ricchi di sali minerali e vitamine. 4) Ananas: Alimento antinfiammatorio e disintossicante; accelera il metabolismo ed è un coadiuvante in caso di dieta dimagrante in quanto contrasta la cellulite e la formazione delle rughe. 5) Asparago: è depurativo, diuretico e lassativo. E' facilmente deperibile ed è ricco di acido urico. 6) Avocado: antiossidante, anticolesterolo, riduce la percezione della fatica; è ricco di vitamina A ed E. E'indicato per le donne in gravidanza e per i diabetici. Mantiene bassi i valori di LDL colesterolo a beneficio di quello buono ( HDL) 7) Bacche di goji: Antiossidanti e antifatica, hanno grandi poteri energizzanti e antiossidanti. Rafforzano le difese immunitarie e contrastano l'affaticamento fisico. Sono antinfiammatorie; migliorano la concentrazione e la memoria. Potenziano la vista. Stimolano il metabolismo. Sono sconsigliate in gravidanza e durante l'allattamento. Sono considerate il frutto della vitalità e della longevità. 8) Banana: è antistress, antisettica, digestiva, lassativa. E' tra i frutti più consumati non solo per il sapore ma anche per le proprietà benefiche. E' antidepressiva, stimola attenzione e concentrazione; è antifatica, distende il sistema nervoso, regolarizza l'intestino. 9) Barbabietola: ha funzioni diuretiche e anti stipsi. E' antiossidante. Il succo è indicato per gli sportivi che fanno sport di resistenza. E' sconsigliata ai diabetici. 10) Broccolo: antiossidante, antistipsi; è ricco di vitamine e di fibre, utile per combattere l'Helicobacter Pylori. Contiene sulforafano, che inibisce i geni responsabili dell'invecchiamento cellulare. La cottura a vapore ne esalta le caratteristiche e ne preserva le proprietà nutritive. 11) Cacao: ha un potere antiossidante molto elevato, è ricco di minerali, ha un azione anti invecchiamento e grazie al fosforo stimola l'attenzione e la concentrazione. E' antidepressivo e antistress. Stimola la produzione di serotonina, che favorisce la tranquillità e il sonno. Il cioccolato fondente è quello più ricco di antiossidanti; da preferire quello con una percentuale di cacao di almeno il 70 %. 12) Caffè: è antiossidante e antifatica. La caffeina stimola il sistema nervoso centrale, l'attenzione e il tono dell'umore. Riduce i sintomi dell'emicrania. Facilita la digestione. Non superare le quattro tazzine al giorno. La caffeina si trova anche nel tè, nel cioccolato e nelle bibite a base di cola. 13) Cannella: spezia esotica,con proprietà antisettica, stimolante e digestiva. Ha elevato potere antiossidante e antibatterica sull'apparato respiratorio. 14) Carciofo: disintossicante e depurativo. E' ipocalorico e ricco di minerali e di vitamine. Contiene la cinarina, sostanza che svolge azione benefica sulla secrezione biliare, favorisce la diuresi renale e regolarizza la funzione intestinale. E' utile per combattere i disturbi digestivi, la nausea e il mal di stomaco. E' indicato per contrastare l'astenia e il sovraffaticamento. Ha un basso contenuto calorico e ha effetti diuretici. E' sconsigliato a chi soffre di problemi al colon. I carciofi cotti sono molto deteriorabili. 15) Carota: è un prezioso alleato contro i radicali liberi ed è una miniera di sali minerali e beta carotene. Ha funzioni benefiche antiinfiammatorie e rivitalizzanti, regolarizza l'intestino e facilita l'abbronzatura. Durante la bollitura immergere le carote intere e non tagliate a pezzi. Le foglie vanno tagliate prima di riporre le carote in frigorifero perchè deteriorandosi potrebbero danneggiarle. 16) Cavolfiore: è antibatterico, antinfiammatorio e antiossidante. Rafforza le difese immunitarie. Consumato crudo è un alimento anti invecchiamento. Grazie alla fibra alimentare contrasta la stitichezza. Per contrastarne l'odore sgradevole aggiungere un cucchiaino di bicarbonato all'acqua di cottura. Prima di utilizzarlo é bene sciacquarlo abbondantemente e non consumarlo mai sporco. 17) Cavolo: ha caratteristiche antinfiammatorie e antistipsi. Si può conservare in frigorifero per 2-3 giorni. E' ricco di vitamina C, di potassio e di calcio e anche di fibra per cui è utile per il benessere dell'intestino. Ha potente azione antiossidante. Quando viene cotto emana un odore sgradevole perchè ricco di composti di zolfo. 18) Cece: è antiacido ed energetico. Fra i legumi secchi è importante per il suo potere nutrizionale. E' ricco di fibre e aiuta a regolarizzare l'intestino. Aumenta i valori di Hdl colesterolo e riduce quelli di Ldl. Ricco di omega 3, riduce i trigliceridi. E' ricco anche di proteine. Aiuta a controllare il peso. 19) Cipolla: diuretica, antisettica, digestiva; ha un' elevata quantità di potassio e povertà di sodio. Ha potere battericida e ha effetti terapeutici su un'ampia gamma di disturbi (dalle affezioni delle vie respiratorie ai problemi digestivi). I principali benefici: attenua i sintomi dell'influenza, normalizza la flora intestinale, è utile contro l'osteoporosi. Ha propietà diuretiche ed è indicata contro le cistiti. Le cipolle rosse sono ricche di quercetina, antiossidante con proprietà antinfiammatorie. 20) Curcuma: apezia antiossidante, antinfiammatoria, antisettica e antivirale Si ottiene per polverizzazione delle radici della pianta. La polvere di curcuma è un ingrediente del curry. E' utile nel trattamento della digestione difficile e del meteorismo. La curcuma protegge il fegato, contrasta le difficoltà digestive; favorisce la regolarità intestinale, attenua le mestruazioni dolorose. La curcumina e la vitamina C presenti nella spezia, svolgono un 'azione anti radicali liberi. 21) Fagiolo: ha un ottimo valore nutrizionale ed è ricchissimo di proteine.Viene digerito lentamente e procura un prolungato senso di sazietà. E' un legume di cui si consumano sia i baccelli giovani e teneri (i fagiolini) sia i semi lasciati ingrossare, sgranati ed essiccati. E' un alimento molto nutriente ed è fonte di proteine vegetali che non possono essere un sostituto completo delle proteine contenute nella carne. Le loro proprietà nutritive possono aumentare se associate ai cereali. Il fagiolino bianco possiede una buona concentrazione di potassio, di magnesio, di fosforo e di vitamine. Le proteine vegetali senza grassi contribuiscono alla prevenzione delle malattie cardiovascolari e al controllo del peso. Regolano i livelli di HDL colesterolo riducendo quelli di LDL. Il fagiolo è indicato per le persone diabetiche perchè ha un basso indice glicemico. I fagioli freschi vanno sgranati solo prima di cuocerli. I fagioli secchi vanno lasciati in ammollo in acqua fredda per una notte. Per limitare il gonfiore addominale,aggiungere alle preparazioni un pizzico di zenzero. 22) Fava: di tutti i legumi è il più proteico e il meno calorico ed è ricco di minerali e vitamine, Consumata fresca è una buona fonte di vitamina C. Secca o cotta la fava è stata la principale base proteica alimentare di molte popolazioni soprattutto dell'Italia meridionale. Le fave si consumano sia crude che cotte. Si trovano in commercio sia fresche che secche. Le secche prive della buccia non richiedono ammollo preventivo.S ono ricche di potassio, ferro, fosforo e vitamine soprattutto la C, che si perde con la cottura. Anche l'essiccazione diminuisce la quantità di vitamine e minerali. La fava è energizzante e tonica, le fibre in essa contenute hanno una funzione regolatrice del transito intestinale. La fava è indicata per sostenere l'affaticamento fisico e mentale. Ovviamente è proibito il consumo di fave in chi è affetto da favismo; infatti, tali soggetti non hanno l'enzima G6PD indispensabile per neutralizzare gli effetti nocivi di alcune sostanze presenti nelle fave e pertanto avrebbero facilmente crisi emolitiche. 23) Grano saraceno: ha caratteristiche che lo avvicinano ai legumi. E' ricco di proteine, di vitamina B, di minerali (potassio) e non contiene glutine. E' utile nei casi in cui servono energia e minerali. E' un antiossidante ed è indicato nei casi di stress psicofisico, in gravidanza, nell'allattamento, nella dieta degli sportivi. 24) Lenticchia: è antiossidante, anti colesterolo, antianemica, E' un alimento ricco di sali minerali e di proteine di elevata qualità. E' il legume più digeribile. E' indicata per le donne in gravidanza, per le persone anziane e per gli sportivi. E'saziante ed è ricca di fibre e di vitamine. Da preferire quella a seme molto piccolo e scegliere quelle secche rispetto a quelle precotte. 25) Limone: è antisettico, antinfiammatorio, digestivo. E' ricco di vitamina C. Utile nei casi di affaticamento, di stress, di alimentazione non regolare. Contiene anche vitamine del gruppo B, calcio, potassio e fosforo. Favorisce la digestione. Combatte le malattie da raffreddamento e le infezioni. Depura il fegato e l'intestino. Alcune gocce nel caffè possono alleviare il mal di testa. * Medico, presidente dell'associazione Più Vita in Salute Fine della prima puntata

Virtù e benefici dei superalimenti (seconda parte)

di Roberto Rey*
Ecco la seconda parte dell'articolo sui 50 “superalimenti”. Dopo i primi 25, qui sotto i restanti 25. 26) Malto. Malto d'orzo, di mais, di miglio e di riso. Sono molto importanti, in quanto dolcificanti naturali derivati dai cereali che uniscono al potere dolcificante il potere di tonificare, di migliorare l'umore e di fornire un'energia inaspettata. Il malto sostituisce lo zucchero di cui ha un potere dolcificante inferiore ma è anche meno calorico; ha il vantaggio di avere la capacità di regalare un leggero aroma alle preparazioni. In commercio si trova principalmente sotto forma di sciroppo simile al miele e può essere usato al naturale o essere cotto nei dolci. In caso di irregolarità intestinali è indicato il malto di riso, mentre il malto di orzo ha un'azione purificante ed è indicato per i disordini alimentari. 27) Mandorla. E' il seme commestibile del mandorlo. E' ricca di vitamine e sali minerali (vitamina E, potassio, fosforo e magnesio)Non fa ingrassare soprattutto se la si consuma intera con la buccia. Ha effetto anticolesterolo, antiossidante e antistress. L'olio di mandorla come alimento ha funzioni lassative. 28) Mela. E' antiossidante e diuretica, aiuta a controllare il colesterolo e contrasta la fatica fisica. Ha un'elevata ed equilibrata concentrazione di fibre, di vitamine (soprattutto la C) e di sali minerali. Contrasta l'invecchiamento e rafforza le difese immunitarie. Tiene sotto controllo l'appetito e regolarizza l'intestino.Tutto ciò la rende un alimento eccezionale. 29) Melagrana. E' tonificante, immunostimolante, molto antiossidante. Contiene le vitamine A, B, C e minerali, in particolare potassio e fosforo. Rinforza il sistema immunitario e aiuta la digestione. Ha funzione antibatterica, Favorisce le funzioni intestinali. 30) Miele. E' antibatterico, antitosse, emolliente. E' ricco di enzimi,di minerali e di vitamine. E' un disinfettante naturale. E'composto da diversi zuccheri (glucosio e fruttosio in particolare). I benefici che ne derivano: calma la tosse e decongestiona le vie respiratorie; aumenta la resistenza fisica ed è indicato per il recupero dopo l'attività sportiva. Migliora la concentrazione, protegge e disintossica il fegato. E' ricco di polifenoli, combatte i radicali liberi e aiuta a rallentare l'invecchiamento. 31) Mirtillo nero. E' antiossidante, antidiarroico, antibatterico. Disinfetta le vie urinarie e protegge dalle cistiti. Soprattutto migliora la vista, in quanto è il vero alleato della salute dei capillari e della circolazione. I componenti principali sono gli antociani, molecole che migliorano la sensibilità della retina di cui viene incrementata la funzionalità e di conseguenza viene potenziata l'acutezza visiva. Inoltre è ricco di vitamine A e C, di sali minerali e di zuccheri. 32) Miso. E' digestivo, disintossicante, antiossidante ed equilibrante della flora intestinale. Non è indicato per chi segue una dieta povera di sodio.E' un alimento fermentato e ricco di sale e di vitamine del gruppo B. Va aggiunto poco per volta alle preparazioni per poter dosare correttamente la salatura. 33) Noce.  E' anti ossidante e anticolesterolo. E' nutriente, ricca di acidi grassi insaturi, di vitamine e di minerali (potassio, fosforo, magnesio). Tiene sotto controllo il colesterolo e abbassa il colesterolo LDL a beneficio di quello buono (HDL), E' indicata per chi studia e per chi fa intensa attività sportiva. Ha un elevato potere calorico. Contrasta l'invecchiamento della cute. E' indicata per chi segue la dieta vegetariana. 34) Noni. Il loro succo è ricco di vitamine e di minerali e agice come antistress e antifatica. Può essere usato come tonificante, migliora il tono dell'umore e l'efficienza mentale e ha un'azione antiossidante contro i radicali liberi. Aiuta in presenza di emicrania. 35) Olio di oliva extravergine. Anti ossidante e anti infiammatorio.E' fonte di energia e vitamine che favoriscono lo sviluppo corporeo, l'attività muscolare e la resistenza alle infezioni. Ha un azione lassativa; l'uso costante migliora il tono dell'umore e contrasta gli effetti della depressione. Aumenta i valori del colesterolo buono (HDL)  e riduce i livelli di LDL. 36) Peperoncino. E'digestivo, vitaminizzante, antibatterico, antiastenico, decongestionante nelle forme da raffreddamento. E' utile dopo gli eccessi a tavola. Il consumo deve essere moderato. Può essere piccante e per il bruciore è utile bere latte o masticare la mollica del pane, non bere acqua, non toccarsi gli occhi e lavarsi subito le mani. La causa della piccantezza è la capsaicina. che reagisce con alcuni termorecettori e li attiva; è utile nei casi di astenia, ha effetto antibatterico e antidolorifico (soprattutto in caso di emicrania o sinusite) 37) Peperone. Stimolante e digestivo antibatterico. E' ricco di vitamina C e contiene anche vitamina A; quello verde contiene acido folico. Il peperone ha proprietà stimolanti e diuretiche. Può essere consumato sia crudo che cotto ed è molto apprezzato per le qualità digestive. E' l'ingrediente della paprica che si ottiene facendolo seccare e macinandolo. Svolge azione antiossidante. E' indicato nelle diete per la sua qualità saziante. Contiene capsaicina (sostanza anti dolorifica) ma in modesta quantità rispetto al peperoncino. Il peperone rosso è croccante e zuccherino, il giallo è tenero e succoso. 38) Pomodoro. Antiossidante, diuretico e digestivo. E' un frutto ma viene considerato un ortaggio. La sua forza é il licopene, che è contenuto nella buccia e ha funzioni antiossidanti e protettive.Il pomodoro contiene una discreta quantità di vitamine, soprattutto C, potassio e fosforo. Il pomodoro combatte l'invecchiamento delle cellule, contrasta l'osteoporosi , favorisce la funzione intestinale e stimola la diuresi. Consumare il pomodoro con l'olio migliora l'assimilazione del licopene e della provitamina A. Nel pomodoro cotto il licopene è cinque volte maggiore che in quello crudo. Più il pomodoro è rosso, maggiore è la quantità di licopene. E' controindicato per chi soffre di acidità di stomaco. L'istamina contenuta nel pomodoro può scatenare pesanti reazioni allergiche. 39) Quinoa. Energizzante, proteica, nutriente.Non contiene glutine. E' indicata per chi soffre di celiachia. Considerata un cereale, è un alimento completo e prezioso, ricco di proteine, fosforo, potassio. E' una fonte di calcio ed è indicata per chi è intollerante al latte. E' particolarmente nutriente, contiene tutti gli amminoacidi essenziali al nostro organismo; inoltre contiene fibre e minerali (fosforo,magnesio,ferro e zinco). E' consigliata ai bambini e alle donne in gravidanza. 40) Riso. E' una delle principali risorse alimentari. Molto digeribile, contiene acidi grassi essenziali. No glutine. E' un alimento rinfrescante e disintossicante. Se integrale, risulta ottimo per quanto riguarda la qualità nutrizionale. E' facilmente digeribile e adeguatamente saziante. Regola la flora intestinale ed è ottimale nelle diete dimagranti. Il riso bianco è astringente mentre quello integrale favorisce il transito intestinale. 41) Sardina. Combatte il colesterolo LDL a vantaggio di quello HDL. E 'il pesce azzurro più ricco di omega3. E' un ottima scelta soprattutto se proviene dalla piccola pesca costiera. E' ideale per adolescenti, per sportivi, per donne in gravidanza, per le persone convalescenti. Ha maggiori quantità di vitamine rispetto al pesce "bianco". Aiuta a prevenire l'arteriosclerosi e riduce la probabilità di malattie cardiovascolari. I bianchetti, forme giovanili delle sardine, sono delle vere prelibatezze. 42) Semi di lino e di girasole. Contengono molti minerali e vitamine del gruppo B ed E le cui proprietà antiossidanti combattono i radicali liberi. I semi di lino hanno funzione lassativa, sono antinfiammatori, riducono il colesterolo LDL, hanno effetto antifame e antiossidante. 43) Sgombro. E' adatto per l'alimentazione di bambini e anziani. E' ricco di omega3, anti colesterolo. Molte sono le proteine e le vitamine. Ha carni saporite e compatte. Stimola le funzioni cerebrali, rafforza il sistema immunitario e ha effetto antinfiammatorio. Non è indicato per chi soffre di gotta. Quello in scatola contiene troppo sale. 44) Soia. Combatte la fame eccessiva e il colesterolo elevato. E' una leguminosa ricca di ferro, potassio, vitamine del gruppo B ed è anche fonte di proteine vegetali. Si usano i semi interi o macinati e l'industria fa largo uso della lecitina estratta dalla soia, come agente emulsionante. 45) Spinacio. Antiossidante, lassativo,diuretico e rimineralizzante. La vera ricchezza è l'acido folico più che il ferro che è poco utilizzabile come nutriente per la presenza di acido ossalico per le donne in gravidanza e per i bambini, consigliato nelle diete ipocaloriche. Aiuta il transito intestinale. E' indicato nei casi di astenia e per migliorare l'appetito. Sconsigliato per chi soffre di calcoli. Poche gocce di succo di limone sugli spinaci aumentano la biodisponibilità del ferro in essi contenuto. 46) Topinanbur.  Diuretico, tonico e digestivo.E' un tubero poco conosciuto ma ricco di vitamine del gruppo A e B, di ferro, di potassio e di inulina (una particolare fibra altamente solubile, in grado di riequilibrare la flora intestinale). Abbassa la glicemia e la stabilizza, é indicato per ridurre la spossatezza e lo stress. E' utile nelle diete dimagranti perchè contrasta la ritenzione idrica. Favorisce la sensazione di sazietà. In chi allatta favorisce la secrezione lattea. 47) Uva. Antiossidante, antistipsi. Ricca di vitamine e di sali minerali come potassio, calcio, fosforo. Uve bianche, nere, rosate; la nera, ricca di antocianidine, ha spiccate doti antiossidanti. E' indicata in caso di affaticamento, ha potere disintossicante, facilita il transito intestinale e ha effetto drenante. 48) Zafferano. Digestivo, stimolante. E' ricco di sostanze carotenoidi come il licopene e di vitamine (A,B,C). Aromatizza e colora molte preparazioni. Negli ultimi anni sono cresciute le coltivazioni in Italia ( Zafferano dell'Aquila in Abruzzo, di San Giminiano in Toscana, di Sardegna). Attenua i sintomi della sindrome pre mestruale, migliora il tono dell'umore, stimola la memoria e l'apprendimento. Non superare la dose di 1grammo al giorno. Un pizzico di zafferano in acqua bollente con un cucchiaino di miele è un ottimo digestivo. 49) Zenzero. Antisettico, antinfiammatorio, digestivo e anti nausea. Ricco di vitamina C, è fonte di antiossidanti, E' coltivato dai tempi remoti per le sue virtù benefiche. Può essere commercializzato fresco, essiccato, in polvere o sottaceto. In cucina si abbina con carni e con pesci. E' utile per preparare dolci (pan di zenzero), per aromatizzare bevande (ginger ale) e salse. 50) Zucca. Antiossidante e ricostituente. Ricca di vitamina A sottoforma di betacarotene. Ricca di zuccheri e sali minerali (potassio). Ha un basso contenuto calorico. Le specie coltivate per il consumo invernale sono la cucurbita maxima (dal frutto grande e rotondeggiante) e la cucurbita moschata (dal frutto cilindrico, allungato e leggermente incurvato). La polpa può essere cotta in forno, al vapore, bollita e in padella. Della zucca si consumano anche i semi lavati e tostati in forno. Ha proprietà lassative e depurative. Ha azione antiossidante. E' indicata come ricostituente nei casi di astenia. * Medico, presidente dell'associazione Più Vita in Salute

giovedì 17 marzo 2022

Lo studio di Mediobanca su integratori e obesità

“Nutraceutica”, crasi di nutrizione e farmaceutica, è un neologismo coevo a quello di alimentazione funzionale. I nutraceutici sono sostanze che svolgono comprovate funzioni fisiologiche o attività biologiche, derivate mediante le tecniche della sintesi farmaceutica da piante, agenti microbici e alimenti. I nutraceutici possono essere assunti attraverso i cibi funzionali da essi arricchiti oppure sotto forma d’integratori in compresse, capsule, fiale o polveri solubili. Si tratta, quindi, di una categoria a cavallo tra l’alimentazione funzionale e gli integratori. Lo si legge sul sito della Banca del Piemonte (www.bancadelpiemonte.it), che riporta i principali risultati di un fresco rapporto dell'Area studi di Mediobanca, dove fra l'altro viene riferito che “La dimensione mondiale del mercato dei cibi funzionali è stimata a fine 2021 in circa 500 miliardi di dollari, con aspettative di crescita a un tasso medio annuo al 6,9% che porterebbe il comparto a 750 miliardi nel 2027”. E a categoria più consistente è quella dei cibi per il controllo del peso (slimming o weight management), pari a 214 miliardi di dollari, seguita dagli integratori, che valgono a livello globale 140 miliardi (+7,7%). I baby food arrivano a 73 miliardi (+6,5%), “ma sono le specialità vegan (25 miliardi, +9%) a mostrare le attese più rosee”. Sono diversi i trend di lungo periodo candidati a sostenere la crescita del mercato dei cibi funzionali. In primo luogo, l’allungamento della speranza di vita ha comportato l’aumento della quota di popolazione longeva, con conseguente incremento dei costi sanitari. Ciò ha reso evidente ai sistemi di sanità pubblica la necessità di favorire l’ingresso della popolazione nella fascia di età avanzata in condizioni di relativa buona salute e benessere complessivo. A tale obiettivo concorre certamente un regime alimentare in cui l’assunzione dei nutrienti necessari avvenga in maniera corretta e bilanciata, riducendo la probabilità d’insorgenza delle patologie fisiche e intellettive tipicamente legate all’avanzare dell’età (malattie cardiovascolari, osteoporosi, disturbi della vista, deterioramento delle funzioni cerebrali, ecc.). “Tuttavia, è sempre più evidente la diffusione di stili di alimentazione disordinati e squilibrati, ipercalorici e iperlipidici - si legge ancora sul sito della Banca del Piemonte - Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, infatti, il 39% di coloro che hanno più di 18 anni è in sovrappeso, con sostanziale raddoppio dal 20% del 1975. Inoltre, circa il 13% della popolazione mondiale si trova in condizione di obesità, un valore in questo caso triplicato dal 1975. Il sovrappeso e l’obesità tra i bambini e gli adolescenti di età compresa tra 5 e 19 anni sono aumentati a livello mondiale dal 4% del 1975 a oltre il 18%. A fronte di circa 900 milioni di persone sottonutrite nel mondo, ve ne sarebbero 1,5 miliardi obese o sovrappeso, tanto che i decessi annui per mancanza di alimentazione (circa 36 milioni) non sono troppo distanti da quelli per suo eccesso (29 milioni). I costi diretti e indiretti legati al disordine alimentare e ai connessi problemi metabolici sono enormi. Le pur incerte stime li indicano complessivamente in 4.800 miliardi di dollari all’anno, vicino al 3,5% del Pil mondiale, con picchi del 4,8% in America Latina (circa 500 miliardi di dollari) e del 4,3% nel Nord America (1.000 miliardi). Il vulnus economico per l’Europa è stimato in circa 900 miliardi, oltre il 3% del suo Pil. Inoltre, al di là di un’eccessiva assunzione calorica o lipidica, vi è anche un tema di qualità del cibo. Porzioni significative della popolazione seguono un regime alimentare connotato da carenza di componenti nutrizionali essenziali al mantenimento di un adeguato stato di salute. Una dieta bilanciata richiederebbe, per esempio, un’incidenza del 50% nel consumo di frutta e verdura, mentre nella popolazione adolescente europea tale porzione è limitata al 17%. Sempre in Europa il consumo di zuccheri è del 15% superiore ai livelli raccomandati (47%); il consumo di carne li eccede del 36% (38% le carni rosse, 51% gli insaccati). Il riassortimento della dieta ridurrebbe del 15% le morti legate al disordine alimentare; ma un’ampia porzione della popolazione non appare in grado di organizzare la propria alimentazione quotidiana per raggiungere le soglie raccomandate. E merita ricordare che una non trascurabile fascia della popolazione mondiale nutre un atteggiamento di diffidenza verso i farmaci, paventandone l’assuefazione e gli effetti collaterali. Tale tendenza è potenziata dalle crescenti evidenze di resistenza microbica ai farmaci, che si sviluppa quando microrganismi come batteri, virus, funghi e parassiti mutano in modo da rendere inefficaci i presidi farmacologici utilizzati per il loro contrasto. Si tratta di un fenomeno naturale che viene accelerato da comportamenti impropri, quali l’abuso di antibiotici, la loro dispersione accidentale nell'ambiente con reingresso nella catena alimentare o, ancora, lo smaltimento non controllato di quelli non utilizzati o scaduti. Il fenomeno della resistenza antimicrobica può contribuire a spingere i consumatori verso la nutraceutica, in particolare quella cui sono associati effetti di potenziamento delle risposte del sistema immunitario. L’emergenza pandemica ha agito da ulteriore acceleratore: l'epidemia ha provocato in particolare un'impennata nella domanda di alimenti e integratori con funzione di supporto del sistema immunitario. Gli integratori a base di vitamina C sono stati particolarmente ricercati. Sebbene nessuna vitamina o cibo, in qualunque quantità, sia in grado di impedire il contagio da Covid-19 una volta che una persona è stata esposta al virus, è pur vero che le persone che soffrono di carenze nutrizionali hanno maggiori probabilità di soffrire delle complicazioni indotte da qualsiasi infezione o malattia e la cattiva alimentazione rientra tra i tanti fattori che potrebbero contribuire a una debole risposta immunitaria. L’Italia ha una posizione di particolare rilievo con riferimento al mercato degli integratori la cui dimensione è pari a circa 3,8 miliardi di euro nel 2020. Si tratta del primo mercato europeo, stimato valere 14,6 miliardi, con una quota del 26%, davanti alla Germania (18,8%), alla Francia (14,7%), al Regno Unito (9,5%) e alla Spagna (7,2%). Le aspettative di crescita del mercato europeo sono nell’ordine del 6% annuo, con l’Italia che dovrebbe toccare nel 2025 una dimensione pari a 4,8 miliardi. Tra il 2008 e il 2020 il mercato italiano degli integratori è triplicato, con una crescita media annua superiore al 9%. La forte propensione dei consumatori italiani per gli integratori è evidente considerando che la loro spesa media procapite è di circa 64 euro rispetto ai 33 della Germania, ai 32 della Francia e ai 21 del Regno Unito. Si stima che in Italia il 54% della popolazione faccia ricorso agli integratori, rispetto a quote che si collocano tra il 20% e il 25% in Germania, Francia e Regno Unito. Da tenere presente che in Italia gli integratori sono venduti essenzialmente attraverso il canale delle farmacie e parafarmacie (87% a valore).

martedì 15 marzo 2022

Innovazione torinese per riparare tendini e legamenti

Un nuovo programma di crescita e sviluppo attende il progetto T-REM3DIE (Tendon REpair MEdical DevIcE) sviluppato da un team di ricerca del dipartimento di Ingegneria Strutturale Edile e Geotecnica- DISEG del Politecnico di Torino. Il gruppo di ricerca - già vincitore di premi nelle competizioni per l’imprenditorialità Start-Cup Piemonte & Valle d’Aosta 2019 e Gaetano Marzotto 2020 - inizia ora un percorso di 18 mesi con il finanziamento e il supporto di Eureka! Venture sgr, attraverso il fondo Eureka! I Technology Transfer nato per promuovere il trasferimento tecnologico di soluzioni sviluppate all’interno di Uuniversità ed enti di ricerca italiani, in particolare nel settore della scienza e dell’ingegneria dei materiali. Il progetto T-REM3DIE – nato nei laboratori del DISEG in collaborazione con l’Asl TO4 e l’Università di Trento - si occupa dello sviluppo di un sistema innovativo per la riparazione dei tendini e dei legamenti. Basato su un dispositivo riassorbibile e un applicatore dedicato, il materiale del dispositivo - biocompatibile e bioassorbibile - garantisce sia la necessaria resistenza nella fase di rigenerazione dei tessuti, sia la successiva degradazione del materiale con tempistiche prevedibili, in linea con il processo riabilitativo. Il risparmio sui costi per il sistema sanitario e l'accelerazione della guarigione per i pazienti sono i principali vantaggi del progetto, che punta a inserirsi sul mercato sia nel settore veterinario, che in quello della medicina umana. “Il progetto è volto alla realizzazione di un dispositivo impiantabile per la riparazione di tendini e legamenti, con una geometria innovativa e un materiale medical-grade, biocompatibile e bioriassorbibile - spiega la professoressa Cecilia Surace, docente di Scienza delle bio e nano costruzioni, nonché iniziatrice e guida del progetto - Nasce dal clinical need evidenziatoci dalla dottoressa Federica Bergamin, chirurgo ortopedico dell’Asl TO4 con la quale collaboriamo da parecchi anni, e da altri esperti del settore. Abbiamo svolto molti sondaggi anonimi e interviste one-to-one per capire le effettive esigenze dei professionisti e come soddisfarle”.
Non solo progresso tecnologico quindi, ma anche formazione imprenditoriale e gestionale per i giovani membri del team di ricerca. “Abbiamo dovuto curare dettagliatamente il nostro business plan, che adesso svilupperemo ulteriormente - racconta l’ingegnere Mariana Rodriguez Reinoso, giovane ricercatrice al suo secondo anno di dottorato, incentrato proprio sullo sviluppo del dispositivo in questione, e futuro componente della start-up - Non solo, ci siamo informati presso i rivenditori e gli esperti del settore commerciale, sia per l’ambito medicale che veterinario”. “La cross-contaminazione fra ricerca e conoscenza imprenditoriale ci ha permesso in effetti di ampliare la nostra visione di impresa permettendoci di esplorare ulteriori applicazioni del dispositivo, in particolare nell’ambito veterinario”, afferma l’ingegnere Vito Burgio, attualmente borsista di ricerca e futuro membro della start-up. “È vero, la parte tecnica non può prescindere dalla solidità finanziaria del progetto - aggiunge l’ingegnere Marco Civera, anch’egli futuro componente della start-up, che ha recentemente conseguito un dottorato in Ingegneria Aerospaziale – A oggi, abbiamo già potuto contare sui bandi Proof of Concept 2019 del Politecnico di Torino, PoC Instrument 2020 della Fondazione Compagnia di San Paolo e PoC-Off 2021, finanziato dal ministero dello Sviluppo Economico. Purtroppo la ricerca per dispositivi biomedici richiede tempo e risorse, non è paragonabile allo sviluppo di una app o un software. Ma i risultati si vedono”. La strategia brevettuale relativa al progetto, frutto della collaborazione tra il team, l’Area Trasferimento Tecnologico e Relazioni con l’Industria (Area TRIN) dell’Ateneo e I3P (l’incubatore del Politecnico), è incentrata nel proteggere la tecnologia nei diversi ambiti applicativi (medicale e veterinario), ampliando in questo modo il portfolio brevettuale sulla quale si baserà la futura start-up. Il programma di sviluppo con il Fondo Eureka! prevede ora 18 mesi di test e sviluppo delle tecnologie T-REM3DIE per preparare le sperimentazioni cliniche, per poi creare una start-up. Il finanziamento da parte del fondo prevede un importo pari a 250.000 euro. “L’investimento di Eureka aggiunge un nuovo capitolo nella storia di questo progetto nato nei nostri laboratori e sviluppatosi lungo l’intera filiera del trasferimento tecnologico che il Politecnico nel tempo ha costruito, passando dalla protezione della Proprietà Intellettuale, attraverso i finanziamenti  di Proof of Concept interni - ideati e strutturati per permettere la realizzazione di prototipi e la validazione delle tecnologie rispetto ai bisogni del marcato - per approdare infine al POC di Eureka che costituisce il trampolino per il successivo sviluppo imprenditoriale del progetto” commenta Giuliana Mattiazzo, vice rettrice per il Trasferimento Tecnologico del Politecnico di Torino.

Consumo alcolico in Italia, boom di donne e minorenni

In Italia, sono 8,7 milioni i consumatori a rischio, oltre 64.500 le persone alcoldipendenti prese in carico dai servizi alcologici e circa 3.700 gli incidenti stradali con almeno uno dei conducenti dei veicoli coinvolti in stato di ebbrezza (su un totale di 40.310 incidenti con lesioni rilevati da Polizia e Carabinieri). Questi alcuni dati contenuti nella relazione al Parlamento sugli interventi realizzati nel 2021 in materia di alcol e problemi correlati, trasmessa dal ministro della Salute, Roberto Speranza e presentata nel corso della Conferenza Nazionale Alcol 2022. Il consumo di alcol rappresenta un importante problema di salute pubblica, in quanto responsabile in Europa di circa il 4% di tutte le morti e di circa il 5% degli anni di vita persi per disabilità. In particolare, nel nostro Paese, si conferma la tendenza di un aumento del consumo di alcol occasionale e del consumo fuori pasto e, fra l'altro, negli ultimi dieci anni si osserva un progressivo incremento della quota di donne consumatrici, che passano dal 38,8% al 45,3% per il consumo occasionale e quasi duplicano per il consumo fuori dai pasti, passando dal 14,2% al 22,4%. La prevalenza dei consumatori a rischio mostra che nel 2020, il 22,9% degli uomini e il 9,4% delle donne di età superiore a 11 anni, per un totale di quasi 8,6 milioni di individui non si sono attenuti alle indicazioni di salute pubblica relativamente alle modalità di consumo di bevande alcoliche. Le fasce di popolazione più a rischio per entrambi i generi sono quella dei 16-17enni, che non dovrebbero consumare bevande alcoliche e quella degli over 65 anni. Infatto, circa 800.000 minorenni e 2,5 milioni di ultra-sessantacinquenni sono consumatori a rischio per patologie e problematiche alcol-correlate. La prevalenza di consumatori a rischio di sesso maschile è superiore a quelle delle donne per tutte le classi di età a eccezione dei minorenni. La differenza di genere aumenta all’aumentare dell’età. Tra i comportamenti a rischio nel consumo di bevande alcoliche il fenomeno del binge drinking (assunzione di numerose unità alcoliche al di fuori dei pasti e in un breve arco di tempo) rappresenta tra i giovani l’abitudine più diffusa e consolidata, raggiungendo i valori massimi tra i 18-24enni. Nel 2020 ha riguardato il 18,4% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di questi il 22,1% maschi e il 14,3% femmine. La percentuale di binge drinker di sesso maschile è statisticamente superiore al sesso femminile in ogni classe di età a eccezione dei minorenni, ossia quella fascia di popolazione per la quale la percentuale dovrebbe essere zero a causa del divieto per legge della vendita e somministrazione di bevande alcoliche. L’analisi del trend dei consumatori binge drinker di età superiore a 11 anni mostra una prevalenza aumentata in maniera pressoché costante tra il 2014 e il 2020, con un incremento nell’ultimo anno pari al 7,3% (maschi+femmine), più marcato per il genere femminile. Si conferma anche la tendenza già registrata negli ultimi 10 anni, che vede una progressiva riduzione della quota di consumatori che bevono o solo vino o solo birra, soprattutto fra i più giovani e le donne, mentre aumenta la quota di chi consuma, oltre a vino e birra, anche aperitivi, amari e superalcolici, specialmente tra le donne di 45 anni e più. Il consumo di alcol nell’anno è più forte nel Centro-Nord, soprattutto nel Nord-Est (70,1%) e tra i maschi. Anche la quota più elevata di consumatori giornalieri si concentra nel Centro-Nord (circa il 22%). Tra le persone di 25 anni e più, la quota di consumatori di bevande alcoliche aumenta al crescere del titolo di studio conseguito. Ciò avviene soprattutto per le donne: tra quelle con licenza elementare consuma alcol almeno una volta all’anno il 41,6%, quota che sale al 74,3% fra le laureate. Nel 2020 sono stati presi in carico dai servizi o gruppi di lavoro rilevati (487 in ottale) 64.527 persone. Il 22,9% è rappresentato da utenti nuovi; la quota restante da soggetti già in carico dagli anni precedenti o rientrati nel corso dell’anno, dopo aver sospeso un trattamento precedente. Il rapporto maschi/femmine è pari a 3,2 per il totale degli utenti. A livello regionale questa maggiore presenza maschile risulta più evidente al Centro-Sud sia per il totale degli utenti sia distinguendo gli utenti per tipologia (nuovi e già in carico o rientrati). Il 74,3% degli utenti ha un’età compresa tra i 30 e i 59 anni, mentre i giovani al di sotto dei 30 anni rappresentano il 7,1% dei soggetti trattati; non trascurabile è la quota degli individui di 60 anni e oltre pari al 18,7%.

Importante scoperta grazie al microscopio genovese Tem

Pubblicati sulla prestigiosa rivista internazionale “Virchow Archiv” i risultati emersi dallo studio sui polmoni dei pazienti Covid gravi fotografati con il nuovo microscopio elettronico a trasmissione, in dotazione all'Università di Genova. Lo studio avvalora l’ipotesi che sia la risposta infiammatoria e immunitaria alterata dei pazienti contro il virus o sue parti a scatenare una reazione a catena che danneggia i polmoni e si riflette anche su altri organi. Il microscopio elettronico a trasmissione (Tem) ha permesso di valutare i danni gravi provocati dal virus Sars-CoV-2 nei polmoni, con dettagli visibili solo con tale strumentazione e con nessun altro dispositivo microscopico. Il Tem, infatti, è in grado di visualizzare la struttura fine all’interno delle singole cellule, chiamata ultrastruttura, e ha permesso di capire meglio le gravi complicanze dovute a Covid-19. La ricerca è stata svolta dal team del Laboratorio di Imaging e Microscopia elettronica cellulare dell’Università di Genova (Prof.ssa Katia Cortese e collaboratori), in collaborazione con il Laboratorio nazionale di Microscopia elettronica avanzata per lo studio dei patogeni infettivi dell’Istituto Robert Koch di Berlino, con il prezioso contributo delle equipe di Pneumologia Interventistica (Dott.ssa Emanuela Barisione e collaboratori), Terapia Intensiva (Prof. Paolo Pelosi e collaboratori) e Anatomia Patologica (Prof. Roberto Fiocca e collaboratori) del Policlinico Universitario San Martino di Genova. Dal punto di vista del metodo di indagine, l’approccio utilizzato dai due team di esperti microscopisti è stato di tipo sistematico, mediante sezionamento multilivello dell’organo, fino a ottenere mappe ultrastrutturali in larga scala e ad alta risoluzione che possono essere manipolate e ingrandite fino a scala sub-cellulare. Il dettaglio raggiunto è stato reso possibile anche dalla tecnica innovativa utilizzata per il prelievo dell’organo. Questa tecnica è chiamata criobiopsia ed è stata eseguita dal team specialistico di pneumologia, terapia intensiva ed anatomia patologica del Policlinico San Martino di Genova sui primi pazienti Covid-19 nel marzo 2020, durante il primo lockdown. I pazienti erano ancora ventilati al momento del prelievo, permettendo quindi di ottenere reperti di altissima qualità morfologica e senza artefatti. Dal punto di vista fisiopatologico, è ormai noto che i pazienti molto gravi che soccombono alla malattia sviluppano disfunzioni gravi a molti organi e questo fenomeno sembra essere fortemente correlato a una risposta immunitaria alterata scatenata dall’infezione. L’aumento incontrollato di particolari cellule del sistema immunitario (monociti e linfociti T killer) potrebbe quindi essere la causa dell’eccessiva risposta infiammatoria a livello polmonare. Ovvero quella “tempesta citochinica” che, anziché proteggere dal virus, attacca tutti gli organi del paziente.  
La precisa analisi effettuata al microscopio elettronico ha permesso di cercare e fotografare sia il virus che le lesioni polmonari presenti nei pazienti più gravi. Queste comprendono il danno alveolare diffuso, la proliferazione di un particolare tipo di cellula presente solo nell’alveolo polmonare chiamata pneumocito di tipo 2, la marcata presenza di fibrosi e di anomalie sub-cellulari, visibili soltanto con l’utilizzo del Tem, nelle cellule dei capillari sanguigni e degli pneumociti tipo 2. In particolare, le cellule menzionate presentano marcata vacuolizzazione, mitocondri e reticolo endoplasmatico drammaticamente alterati. Infine è stata rilevata la presenza di infiltrazione di numerose cellule del sistema immunitario. Nonostante le indagini molecolari avessero rilevato un alto carico di RNA virale nei polmoni di questi pazienti, sorprendentemente la presenza del virus integro SARS-COV-2, visibile per le sue piccole dimensioni (circa 100 nm) con il microscopio elettronico, è stata identificata solo in pochissime cellule. Questo risultato avvalora l’ipotesi che la reazione sviluppata dei pazienti più gravi sia dovuta alla risposta immunitaria alterata del nostro organismo, con danni che si riverberano anche ad altri organi.

La tempistica più corretta per la terapia di supporto Ecmo

Sono stati appena pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Critical Care i risultati di uno studio multicentrico nazionale, che ha confrontato la sopravvivenza dei pazienti trattati con supporto respiratorio extracorporeo (Ecmo) per insufficienza respiratoria causata da polmonite Covid-19 con quella osservata in un precedente gruppo di pazienti sottoposto ad analogo supporto a causa di influenza A H1N1. Lo studio, che è stato coordinato dal professor Vito Fanelli, afferente al gruppo di ricerca della Terapia Intensiva universitaria dell'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (nella foto l'ingresso), diretta dal professor Luca Brazzi, ha visto la partecipazione di sette terapie intensive italiane e ha portato all’arruolamento di oltre 300 pazienti caratterizzati da una compromissione della funzione respiratoria tanto grave da rendere necessario il ricorso alla tecnica Ecmo per garantire livelli di ossigenazione necessari alla sopravvivenza. Questo perché, purtroppo, le attuali terapie non sono sufficienti in alcuni pazienti a supportare la funzione respiratoria, a causa del grave danno polmonare indotto dai virus. I ricercatori si sono concentrati sul capire se esistesse un diverso rischio di morte dei malati con polmonite da Covid o da Influenza A H1N1 e se questo fosse dovuto a una diversa azione lesiva dei due virus sul polmone o se invece intervenissero altri fattori, legati alla storia clinica dei pazienti. È stato osservato che la mortalità dei pazienti in cui l’insufficienza respiratoria è causata da Covid-19 è maggiore del 20% rispetto a quella osservata nel gruppo di pazienti in cui l’insufficienza respiratoria è stata indotta da influenza A H1N1 (mortalità a 60 giorni Covid-19 46% e H1N1 27%). Tra le ragioni alla base di tale differenza ci sono l’età più avanzata e il maggior numero di giorni trascorsi in ospedale prima dell’inizio dell’Ecmo, osservata nel gruppo di pazienti affetti da polmonite Covid-19. L’importanza di questi risultati, relativi alla prima ondata della pandemia Covid-19, ha permesso ai medici di capire quale sia la tempistica più corretta nell’offrire la terapia di supporto extracorporeo Ecmo e quali siano i malati che possano più beneficiarne. Infatti, il rischio di morte si riduce per pazienti di età inferiore ai 65-70 anni e con degenza in terapia intensiva prima dell’inizio dell’Ecmo inferiore a 7-10 giorni. La ricerca ha permesso di confermare non solo l’importanza di un team interdisciplinare di centri ad alta specializzazione, costituito da anestesisti rianimatori, cardiochirurghi, perfusionisti, infermieri e volontari del soccorso per garantire l’applicazione di una tecnica che si dimostra sempre più efficace nel trattamento dei quadri più severi di insufficienza respiratoria, ma anche e, soprattutto, l’importanza di una identificazione precoce dei pazienti, che potrebbero beneficiare di tale tecnica di supporto al fine di limitare i danni che il prolungato ricorso a tecniche di ventilazione meccanica artificiale possano indurre. Un’ennesima dimostrazione di quanto la ricerca clinica svolta negli ospedali universitari pubblici sia efficace nel produrre evidenze con importanti ricadute in termini di avanzamento tecnologico dei trattamenti e contenimento dei costi in ambito sanitario.